Risposta a Natalia

La dottoressa Natalia Encolpio ha gentilmente risposto alla lettera aperta che avevamo pubblicato e questo ci permette di dire ancora qualcosa in proposito, sperando che sia l'ultima "botta e risposta" fra noi, poiché non abbiamo interesse di attaccare lei personalmente, ma piuttosto di chierire la posizione della ontopsicologia, di Meneghetti Tonino e di Lorenzini Loretta, perché chiunque vuole vedere chiaro nella propria vita possa attingere a piene mani da queste documentazioni.

Per il resto non abbiamo la pretesa di "tirare fuori" o di "redimere" nessuno; ognuno è libero nelle proprie scelte, però desideriamo che si abbia la piena consapevolezza di ciò che si sceglie e non che si possa accedere solo ad informazioni di parte.

Se poi si vuole liberamente consegnare la propria vita e i propri beni a persone pluripregiudicate (così come dice il famigerato rapporto della Polizia di Prevenzione) o ad una setta, tenendo ben chiusi gli occhi per non vedere la realtà... beh, ognuno è appunto libero di fare ciò che vuole!

Veniamo alla lettera di Natalia.

Dalle varie carte processuali, depositate da lei o da sua madre, nelle cause che lei ha mosso alla sua genitrice si evince una realtà un po' diversa da quella descritta.

Purtroppo non abbiamo conosciuto suo padre (né sua madre, che forse da dire ne avrebbe) ma la lettera che abbiamo precedentemente pubblicato ci sembra parli molto chiaramente.
Lei dice che mette in dubbio l'autenticità della lettera, afferma che la lettera era scritta a macchina: come avrebbe fatto suo padre a scriverle con un Parkinson oramai alla fine?

Lei afferma che il loculo di suo padre lo ha acquistato lei, ma invece ci risulta (da una piccola e facile indagine) che è stato acquistato da sua madre e pagato in contanti... si è forse confusa?

Certo il modo migliore per "lasciare tranquilli" i genitori è è quello di non pesare su di loro, neppure economicamente: è forse per questo che lei non si è fatta più viva con i genitori (ci permettiamo di mettere in dubbio le sue affermazioni sul rapporto d'amore con suo padre e sua madre, dopo la lettera pubblicata precedentemente) e che gran parte dei suoi beni (liquidi e immobili) sono stati consegnati alla setta.
Possiamo mettere in rete il passaggio delle sue proprietà, se vuole!

Dottoressa Natalia, come fa ad affermare di aver sempre discusso apertamente con suo padre se, ancora nella lettera pubblicata, suo padre affermava di averlo tenuto praticamente all'oscuro delle sue scelte ontopsicologiche e anche si mostrava contrariato dalla sua scelta di acquistare casa nel paese di Pissignano?
Se poi i suoi genitori le avevano intestato delle case (a Roma e a Cortina) forse era perché non sapevano ancora della realtà della setta. E quando sua madre, con l'avvocato Del Re, ha fatto una collazione della casa a Roma è stato perché non andasse tutto in mano alla setta e non crediamo perché volesse tutto il patrimonio (sarebbe assurdo per una madre!).
Queste storie sono ripetitive, non perché lei sia uguale a tutti gli altri, ma perché il modo di procedere delle sette è simile per tutte, così come il comportamento dei parenti e degli amici di coloro che abbracciano una nuova dottrina.

Il terzo punto è davvero una sua montatura perchè, proprio per il motivo che conosciamo le carte processuali, abbiamo visto che non è come lei afferma, e questo ci permette ulteriormente di dubitare anche delle sue precedenti affermazioni.
Sua madre, è vero, ha scritto una lettera aperta al Papa, pubblicata da un giornale romano (la stessa lettera di una madre disperata, riportata in questo sito): attenzione però, in essa non si faceva assolutamente il suo nome, nè quello dell'ontopsicologia, nè quello di Meneghetti o della Lorenzini e neanche quello di sua madre. Solo lei poteva riconoscersi in quella lettera e fare causa a sua madre, perché di per se quella lettera era come qualunque altra di chi ha una figlia in una setta. È stata quindi lei a fare causa a sua madre più volte e a fare causa anche contro il Messaggero e a tentare addirittura di destituire dall'Ordine la giornalista che ha riportato la lettera (è tutto scritto in Tribunale, sa?).
Nella lettera non si parlava del suo lavoro, nè di dove lavorava o viveva... chi l'ha obbligata ad agire così?
Infine, ancora oggi continuano le azioni legali contro sua madre, con lettere di diffida perché non parli, piene però di accuse palesemente false, come trasmissioni televisive alle quali sua madre si sarebbe rivolta e che sono completamente errate (come, per esempio, "Verissimo" della RAI, che non esiste! È lei che si sbaglia di continuo o qualcuno le fa fare quello che vuole?).

Detto questo forse capirà che la conosciamo molto meglio di quanto lei neanche pensi: non vogliamo obbligarla a ripensare alla sua posizione, né a farla uscire dalla setta, ma piuttosto mettere in chiaro la verità.