Il Business si fa in Sètte
Storie di ex frati, soldi e belle donne

di Massimo Lugli 

«Un giorno mi affaccio alla finestra, ad Anzio e vedo due donne che spingono la carrozzella di un paralitico. Capisco che una è la madre, l'altra la moglie del malato. Davanti a me si stava consumando un delitto atroce, un vero e proprio omicidio: quelle due donne stavano succhiandogli tutte le energie vitali. Verrà un giorno in cui la legge potrà punire criminali del genere». 
 
 

Il piccolo impero della fede

L'aneddoto è frequente: una sorta di parabola che ricorre spesso nelle prediche di uno dei "santoni" più seguiti sotto il cielo della capitale. Un personaggio inquietante e magnetico, con un passato da religioso, una bellissima moglie (che ha gettato anche lei alle ortiche il velo monastico) una figura sospesa tra magia e scienza che ha creato un piccolo impero economico esteso in tutto il Lazio: Antonio Meneghetti, 55 anni, fondatore dell'"Ontopsicologia". Un credo che oscilla tra la pseudoscientificità e l'esorcismo, tra la psicologia e la religione con tendenze demoniache, un esercito di migliaia di seguaci sparpagliato in ogni fascia sociale e culturale. Meneghetti e la moglie, Loretta Lorenzini, hanno attraversato indenni una serie di burrasche giudiziarie che non sembrano avere minimamente intaccato né il carisma né il conto in banca della coppia. Il "nucleo storico" della setta si è installato da tempo in uno splendido residence a Scandriglia e i fedeli hanno praticamente occupato tutto il centro storico del paese. 

A Roma, oltre alla sede centrale di via Medaglie d'Oro 428, "Ontopsicologia" possiede un colossale centro di design a poche centinaia di metri di distanza, uno studio a piazzale Clodio, un negozio di moda a Borgo S. Benedetto e recentemente stava trattando l'acquisto di un complesso alberghiero di Percile. L'ex parroco della chiesa di S. Giovanni in Paganica, un bell'uomo dal viso tragico e dall'eloquenza sciolta, ne ha fatta di strada. 

Il primo ad aprire il fuoco su Ontopsicologia, dieci anni fa, fu il quotidiano "Paese sera". Una serie di articoli a raffica: denunce di familiari che parlavano di plagio, violenza, vessazioni. Nel 1981 i carabinieri del Reparto operativo arrestarono l'ex frate, la moglie e dodici dei suoi seguaci più in vista. Le accuse: associazione per delinquere, usurpazione di titoli, truffa aggravata, violenza carnale.

Ma il procedimento giudiziario si sfilacciò nel giro di pochi mesi. Il giudice istruttore, sostenne infatti che, non essendo la psicologia ancora regolata come materia, era impossibile delineare i confini tra lecito e illecito e prosciolse l'intero gruppo. L'appello presentato dal P.M., Giorgio Santacroce fu accolto e Meneghetti tornò in carcere, da solo, per pochi giorni. La cassazione confermò la sentenza ma, successivamente, la causa si dissolse tra amnistie e prescrizioni. 

Quattro anni fa, la squadra mobile romana è tornata ad indagare sull' "Ontopsicologo": un'inchiesta in piena regola con pedinamenti, intercettazioni telefoniche, ricerche alla cancelleria del Tribunale che si è condensata in un mastodontico rapporto inviato alla Procura. Ecco le conclusioni: (gli indiziati) "esercitano abusivamente tale attività per il trattamento e la cura dei disturbi psicogeni come fobie, depressioni o ipocondria e, sfruttando la particolare condizione di frustrazione riescono ad annullare ogni libertà al punto di ingenerare nei pazienti il timore di pericoli immaginari, al punto di far insorgere le tendenze suicide". 

Ma anche allora l'inchiesta era destinata al dimenticatoio giudiziario. Antonio Meneghetti continua a inaugurare faraoniche mostre di "Ontoarte", col patrocinio di enti pubblici e privati, a incidere dischi di "Ontomusica" e a farsi fotografare mentre stringe la mano a esponenti politici di primo e secondo piano. Un perseguitato? Un cuore di businessman, sotto la tonaca scura e il cappellaccio a larghe tese che sono la "mise" preferita con cui si presenta ai seguaci? Difficile dirlo. 

Elogio della fuga

L'ontopsicologia è un "mixage" oscuro, spesso decisamente tenebroso, di termini esoterici e psicoanalitici in cui la costante è una sorta di vampirismo endogeno nei rapporti sociali e familiari. Il forte succhia l'energia, l'essenza vitale del debole e l'unico modo per evitare questa specie di salasso è la fuga. 

Molti, di conseguenza, abbandonano la famiglia, i figli, il marito per rifugiarsi nel recinto protetto della setta. Ecco la storia di Sofia, una splendida signora di 39 anni, bionda e longilinea, raccontata dal marito Ezio. 

"Mia moglie è sempre stata molto religiosa, una donna che viveva la fede con un'intensità profonda. Prima di sposarsi fece addirittura un voto: non avrebbe mai mancato la messa, né la domenica, né le altre feste comandate. Lavorava come venditrice per una ditta di maglieria, era una madre perfetta per nostro figlio, una moglie invidiabile sotto tutti gli aspetti. Il primo cambiamneto che notai fu il fatto che rientrava sempre più tardi la sera e che cominciava a bere il vino, lei che aveva sempre detestato gli alcolici. Poi, di punto in bianco, cominciò a negarsi sistematicamente: non voleva più avere rapporti con me e li giustificava con degli strani discorsi. Io avevo dei noduli di negatività dentro, spiegava, e non poteva far l'amore con me perché l'avrei contagiata. Poi mi chiese due prestiti di 15 e 15 milioni che, diceva, le sarebbero serviti per lavoro, ma mentiva Insomma io, lì per lì pensai quello che avrebbe pensato chiunque altro: qui c'è odore di corna. Magari fosse stato solo quello& Solo dopo qualche tempo scoprii che Sofia aveva cominciato a frequentare il gruppo di Meneghetti. Me ne parlava in termini così entusiastici che una volta acconsentii ad andare con lei a Scandriglia. Mi sembrarono tutti un'accolita di pazzi. Feci anche un breve colloquio con l'assistente di Meneghetti, Giuseppe Incarbone, che mi prescrisse una lunga terapia psicoanalitica. L'ambiente, nell'insieme, era delirio puro. Sofia cominciò a frequentare sempre più la setta e sempre meno la famiglia e a disinteressarsi compleamente del figlio, che ora è affidato a me. Una sera simulò una rapina per incassare l'assicurazione. È diventata irriconoscibile: fuma a catena, dice sempre parolacce. Che altro? Sì, l'amo ancora, la riprenderei con me domani. Forse un giorno tornerà sui suoi passi" 

Il "caso" Meneghetti è un esempio emblematico del tipo di sette parascientifiche di cui fanno parte anche Scientology o gli Ergoniani. 

"Le caratteristiche comuni sono un linguaggio iniziatico, zeppo di termini comprensibili solo agli addetti e la promessa di poteri quasi sovrannaturali nel giro di poco tempo" spiega l'avvocato Michele Del Re, uno dei maggiori esperti di "culti emergenti" in Italia, parte civile a numerosi processi contro i santoni: "Ormai le tecniche con cui le sette riescono a piegare la mente di una persona sono estremamente raffinate e non c'è alcun bisogno di ricorrere alla droga" aggiunge Del Re "le più comuni: ripetizione ossessiva di un mantra, privazione del sonno, ritenzione dell'urina, alimentazione dolce con eliminazione delle proteine, obbedienza assoluta a comandi immotivati e imprevedibili, privazioni sessuali che fanno il paio con elementi orgiastici, instaurazione di un senso di paura verso l'esterno. Sono tutti procedimenti che in USA sono stati studiati e catalogati. Come la "love bomb", la bomba d'amore che consiste in una pressione affettiva continua e asfissiante sul nuovo venuto, un'overdose emotiva che finisce col diventare una vera e propria droga". 

I genitori sono avvertiti. 
 

Repubblica - mercoledì 26 giugno 1991 
 

N.B. Il giornalista Lugli Massimo è stato denunciato per questo articolo, ma la sentenza è stata a lui favorevole.