Il signore dell'Ontopsicologia


    Per il ministero dell'Interno in Italia gli adepti sono poco più che 500. Fra loro figurano alcuni psicologi, molte donne, possibilmente giovani e carine, qualche avvocato, due giornaliste, e persino un paio di ex giudici onorari e consulenti di tribunali. Molti sono poi i personaggi legati al mondo della tv. Andrea Pezzi a parte, a Milano c'è un'intera casa di produzione che si muove sul mercato seguendo i dettami dell'ontopsicologia. Ancora più forte e qualificata è invece la presenza in Russia, dove all'Università statale di San Pietroburgo, alla discipina inventata da Tonino Meneghetti da Avezzano, 72 anni portati con nonchalanche, è stata persino dedicata una cattedra nell'ambito della facoltà di Psicologia.

    Tra i seguaci russi di Meneghetti ci sono capitani d'azienda, militari, il figlio di un importante banchiere, e molta gente comune che spera di far carriera nel selvaggio mondo del capitalismo ex sovietico applicando i dettami delle sue teorie leaderistiche. Alcuni ex adepti con cui 'L'espresso' ha parlato, favoleggiano di un incontro del 'professore' con Vladimir Putin, avvenuto nel 2000, poco prima dell'elezione dell'ex agente del Kgb a presidente. La notizia, ovviamente, non trova conferme, ma la dice lunga dell'aura di mistero di cui Meneghetti ama circondarsi. Che è facile percepire in Brasile, dove l'ex frate, seguendo i principi dell'ontoarchitettura, un'altra tra le tante discipline da lui fondate, ha costruito la comunità di Recanto Maestro, con tanto di albergo e di università per accogliere pazienti e studenti. Qui il 'professore', descritto come un tipo in apparenza spiritoso e alla mano, indice spesso riunioni intorno a una grande pietra ribattezzata 'Genius loci', che a volte si concludono con pianti liberatori collettivi.

    Cariche di mistero appaiono anche le comunità italiane degli ontopsicologi. A Pissignano in Umbria Meneghetti ha acquistato vicino alle fonti del Clitunno un intero borgo mediovale, le cui abitazioni, fino a qualche anno fa decorate con simboli esoterici come la luna e il sole nero, vengono rivendute ai seguaci. Un po' come accade a Maduro, a pochi passi da Sant'Angelo Lodigiano, dove è in via di ultimazione la ristrutturazione di un'enorme cascina, la cui facciata è abbellita da gigantesche strutture in metallo che richiamano alla mente l'ingresso di una chiesa. A produrle è stato lui, il 'professore', che è anche un ontoartista, ovvero un esponente dell'omonima scuola pittorica ovviamente da lui stesso fondata. Convinto che il denaro non sia lo sterco del demonio, ma un mezzo per misurare la qualità dei leader, Meneghetti con gli anni è diventato ricco. Possiede decine e decine di immobili a Roma, Cagliari, in provincia di Lodi e in Umbria. Ha aperto una fondazione in Svizzera, è titolare di gallerie d'arte e di un'azienda di confezioni (non per niente ha creato l'OntoModa) che produce abiti di discutibile gusto rivenduti ai simpatizzanti anche a più di 2 mila euro. Compare in alcune immobiliari e soprattutto controlla Foil (Formazione ontopsicologica interdisciplinare leaderistica), un'azienda che dal 2001 organizza a Milano corsi per manager (quelli per i politici sono invece di appannaggio dell'associazione ontopsicologica).

    Dal punto di vista econonomico Meneghetti è spesso affiancato da Luca Morotti, che fino a metà del 2007 è anche stato uno degli amministratori di Ovo. Morotti gode di qualche notorietà in Svizzera, non tanto per le sue iniziative immobiliari nell'est Europa, ma perché è 'socio gerente' della The Hempt company (Thc), un'azienda, poi chiusa dalle autorità elvetiche, che si occupava di commercializzare la canapa indiana e i suoi derivati. La cosa non deve stupire: sul punto 'il professore' ha idee chiare. Il problema, si legge nei suoi libri, non è chi produce o vende le armi o la droga. Il problema è l'utilizzo che si fa delle pistole o delle sostanze stupefacenti. Tutto infatti, secondo Meneghetti, è relativo. Ma c'è da chiedersi come l'ultraproibizionista Berlusconi abbia finito per entrare in una società televisiva ai cui vertici figurava un venditore di marijuana.

    Insomma Meneghetti ne ha fatta di strada dai primi anni '80, quando fu arrestato insieme ad alcuni adepti per associazione per delinquere, violenza carnale e altri reati, venendo poi prosciolto dalle accuse più gravi. Allora i giornali lo descrivevano come un santone e ironizzavano sul fatto che nella vecchia sede dell'organizzazione, a Scandriglia (Rieti), fossero state trovate delle sedie sulle quali erano stati applicate "delle protuberanze", da utilizzare durante la terapia. Storie vecchie destinate però a riemergere nel 1991, quando la sua giovanissima compagna muore in Sardegna in circostanze mai chiarite che gli costeranno una condanna per omicidio colposo. L'esperienza del carcere, le continue indagini lasciano però il segno nell'ex frate. Che nel 1997, con quattro anni d'anticipo rispetto a Berlusconi scrive, in una sorta di manifesto poltico, non solo che i magistrati devono dipendere dall'esecutivo, ma anche che è necessario "fare aggiornamento pscicoterapeutico per chiunque si inoltra in una responsabilità giudiziaria o poliziesca". Infatti "bisogna sorvegliare polizia e giudici per verificare se sono uomini maturi e non reconditi schizofrenici... perché la maggioranza sono dei latenti schizofrenici".

    Ma questa è una riforma che spetta a "Berlusconi, Bossi, Buttiglione e Fini, cioè uomini che fanno del loro meglio non soltanto per una funzionalità interna, ma anche per una leadership italiana nel mondo". Tra di loro solo il mago di Arcore e il druido di Gemonio lo prenderanno alla lettera.
     

    P.G. - da L'Espresso, 29 agosto 2008