PAESE
SERA/CRONACA DI ROMA
lunedì
11 maggio 1981
LE
ALLUCINANTI STORIE DEI CLIENTI DI UN EX PRETE
«Non
sa nemmeno di che cosa parla»
Un
esperto giudica l'operato di Meneghetti, l'ontopsicologo
sotto
le cui "cure" sono capitati decine di giovani
di
EMILIO RADICE
SERGIO, Roberto, Lucia,
Massimo, Raffaele, Alessandra, Lina, Laura, Simonetta, Daniel, Sandra,
Massimo, Eduardo, Carlo, Rosy, Antonino, Laura, Giancarlo, Peppe: ma quanti
sono i ragazzi caduti nella rete intessuta dall'"ontopsicologo" Antonio
Meneghetti? A questi nomi potremmo contrapporre una lista altrettanto nutrita
di persone che ci sono venute a parlare.
Testimonianza agghiaccianti.
Episodi di violenza sessuale. Sedute collettive di esaltazione mistica
sconfinante nella follia più pura. E poi Antonio Meneghetti che
si proclama "messia" in un convegno degli adepti tenuto nel novembre del
'78 e gli uomini del gruppo scatenati a baciargli fisicamente i piedi.
Sempre Meneghetti che racconta le sue parabole, come di quando seppe indicare
la direzione ad una barca sperduta nel mare senza bussola. Padri, ma soprattutto
madri, rifiutate come portatrici di male. Un figlio che uccide il genitore.
Un altro che picchia la madre "diabolica" e rischia di buttarla dalla finestra.
Infine suicidi. Ma chi è mai questo Antonio Meneghetti? Di quale
potere o fascino si circonda? Come ha fatto a "rubare" la mente (e i soldi)
di tante persone, spesso istruite, con un loro apparente equilibrio sociale?
Ci rendiamo conto che
con la nostra inchiesta abbiamo messo il dito in una piaga oscura. Comprendiamo
anche che non dobbiamo involontariamente aumentare la curiosità
morbosa su questa strana figura di ex-sacerdote, anzi per la precisione,
ex-frate conventuale minore. Ma proseguiamo nella nostra inchiesta. Ci
spinge tra l'altro una lettera ricevuta ieri in redazione che finisce così:
«Vi ringrazio per il vostro coraggio».
Con l'articolo di oggi
il nome di Antonio Meneghetti appare per l'ottava volta sulle pagine di
Paese sera. Di questo misterioso personaggio abbiamo trovato tra gli scaffali
della Biblioteca Nazionale un libro «Ontopsicologia Clinica»,
edito nel '78 dalla Ontopsicologica Editrice. Una testimone invece ci ha
portato tre dispense dattiloscritte dallo stesso Meneghetti e in parte
recepite nel suo libro. Si intitolano rispettivamente: «La nascita
dell'Io», «Psicologia negativa e vampirica» e «Psicosomatica».
Quest'ultimo trattato porta come intestazione a capo-pagina il nome di
Antonio Meneghetti e come curatori la dottoressa Rosy Romagnano e il dottor
Carlo Salomone.
Queste persone sono
due coniugi di Portici, verso Napoli. Lui insegna in una scuola media di
Ercolano. Vengono indicati come ferventi reclutatori di nuovi adepti per
il "professor" Antonio Meneghetti, i primi nomi della "colonna"napoletana
della Ontopsicologia. Sulla dispensa di psicosomatica pubblichiamo in questa
pagina il parere del professor Lucio Pinkus, docente di psicologia clinica
all'Università di Roma.
Teoria
del superuomo
e
pseudopsicologia
di
LUCIO PINKUS
HO
ATTENTAMENTE esaminato i fascicoli dai titoli: «Psicosomatica»,
«La nascita dell'Io» e «Psicologia negativa e vampirismo».
Questi lavori si presentano come fantasiosi coacervi di varie teorie psicologiche,
colte frammentariamente, spesso mal citate o fuori contesto, in una strana
simbiosi con elementi di filosofia e di teologia, nei quali, oltre agli
autori esplicitamente citati, si riscontra una presenza di elementi della
filosofia scolastica e della teologia scolastica di tradizione cattolica.
Tutti
i fascicoli sopra citati sono caratterizzati da un uso improprio di termini,
dalla totale mancanza di conoscenza o almeno di riferimento alle ricerche
psicologiche moderne sia cliniche che sperimentali, come del resto è
documentato ampiamente dalla scarna, parziale e deficitaria bibliografia.
Colpisce
la presenza, frequente, di affermazioni apodittiche, prive di basi logiche
e tanto meno sperimentali. L'inquadramento poi degli esempi tratti dalla
cosiddetta esperienza clinica dell'autore (il "caposcuola") è tipicizzata
dall'incompletezza delle informazioni.
La
mancanza di definizioni psicologicamente valide o almeno chiare dei termini
usati, l'assenza di sistemazione e la continua inframmistione con elementi
metafisici o pseudoreligiosi, impedisce di valutare appieno l'intenzionalità
dell'autore. Molte affermazioni sono in netto contrasto con dati ormai
scontati dalla conoscenza scientifica contemporanea. Di altri problemi
che la nostra cultura scientifica non conosce o timidamente ipotizza, si
danno scontate risposte o addirittura soluzioni che provano ulteriormente
quanto l'autore non sia in grado di rendersi conto neppure di ciò
di cui tratta.
Per
la particolare delicatezza e gravità dell'argomento, viste le conclusioni
che nella pratica l'autore potrebbe averne tirato o tirare, esemplifico
brevissimi cenni dal fascicolo «Psicosomatica»;
pag.10:
l'ipotesi che agendo sulla madre di un bambino malato di tumore (termine
già indifferenziato e quindi clinicamente non significativo) si
possa produrre un qualche effetto sulla degenerazione cellulare del figlio
è ai limiti della sfrontatezza allo stadio odierno degli studi.
È veramente grave che in tanto sforzo per comprendere il cancro
gli studiosi si orientino verso ipotesi multifattoriali di etiopatogenesi
per trovare questo nuovo "saggio" che ha già chiara e in tasca la
soluzione...
pag.
14: nella letteratura scientifica sui processi cognitivi è sconosciuta
la distinzione fra intelligenza prima e intelligenza seconda, posto che
si parli poi di intelligenza.
pag.
15: parlare di «ulcera» in assoluto e in generale e credere
di poter dare un consiglio di controindicazione all'intervento chirurgico
è particolarmente... singolare e incosciente.
Se
poi veniamo ai casi clinici per gli studi da me personalmente condotti,
pubblicati e discussi in idonee sedi affermo che per quanto riguarda il
caso di epilessia ivi riportato, in modo insufficiente e parziale, o vi
è stato un errore diagnostico e quindi non trattavasi di soggetto
affetto da epilessia generalizzata, è semplicemente assurdo confronto
a quanto le conoscenze, pur modeste, che abbiamo al proposito continuamente
ci confermano.
In
ultimo particolarmente fuorviante mi sembra la commissione fra accenni
ed implicazioni religiose di vario tipo, riferimenti settoriali a concezioni
di filosofia dell'oriente e implicazioni sulle conoscenze psichiche umane,
soprattutto nella forma trattata dall'autore.
Questo
modo di esporre le cose, con specifico riferimento al problema del male
e della malattia, a mio parere artatamente confusi, servono solo a incidere
su persone emotivamente influenzabili, o a creare malintesi ed ambiguità
nella doverosa ricerca di scoprire origini e strumenti di lotta alle varie
forme di malattia da un lato come pure ad affrontare il problema del male
dal punto di vista del suo significato filosofico o religioso e storico,
nella piena libertà della ricerca ideologica di ciascun individuo.
Questa impostazione sottende anche una specie di classismo fra uomini super-dotati
e Untermenschen, di tristi reminiscenze, e neppure troppo lontane, mentre
toglie la necessaria cautela e l'altrettanto necessario impegno a proposito
delle malattie, in una apparente risoluzione nel problema degli ultimi
significati.
La
carenza di sistematicità, l'assenza di evidenza sperimentale e clinica,
la scarsità di bibliografia, l'imprecisione dei termini e il "saccheggio"
del pensiero altrui, mi fanno collocare questi fogli nel novero dei più
scadenti sottoprodotti della perdita di tempo (temo nociva) della sottocultura
pseudopsicologica italiana.