PAESE SERA/CRONACA DI ROMA
giovedì 28 maggio 1981Lei: Loretta Lorenzini
Lasciò tutto per seguire il suo parrocoLORETTA Lorenzini, 38 anni, figlia di una stimata di Terni. Qualcuno la ricorda quando si dava da fare durante le iniziative parrocchiali, nella chiesa Santa MAria Regina. Qui conobbe, molti anni fa, il vice parroco, Antonio Meneghetti, e ne seguì il destino. Prima come moglie, poi come la più accanita propagandista dell'attività ontopsicologica, infine, storia di oggi, in galera. Abbiamo incontrato anche lei.
Una bellezza un po' provinciale ma non priva di malizia. Un fare accattivante dietro a cui si poteva avvertire una certa dose di furberia. Ci ha dato l'impressione che si sentisse molto "la moglie del capo" e che puntasse anche a salvare la baracca. Si è presentata come tanti altri adepti, come una qualunque. Ma a differenza loro è stata molto attenta a soppesare le parole e ad ammettere mezze responsabilità per evitarne altre più gravi.
«Sa - ci ha detto - è tanto bello fare psicoterapia, così entusiasmante che a volte non ci accorge di andare un po' al di là della legge». Ma lei - le abbiamo domandato - fa anche lei la psicoterapeuta? Ci ricordavamo infatti di una sua terapia in cui la signora parlava di "pene psichico" e "imbastonatura" con un linguaggio non propriamente tecnico. «Sì, sono diplomata in ontopsicologia» la risposta.
Un serpente che si morde la coda insomma. Moglie e adepti che traggono da meneghetti la legittimazione ad esercitare. Come mai - domandiamo ancora - lei e gli altri vi siete fatti vivi solo ora? «Ci siamo nascosti dietro Antonio, come se fosse un padre. È stata questa la nostra responsabilità, anche nei confronti dei nostri familiari». Il padre e la madre non la vedono da tre anni e mezzo.