PAESE SERA/CRONACA ROMA
sabato 16 maggio 1981

Dove la moglie dell'ex prete
cura la paziente con l'impalatura
 

di EMILIO RADICE

ANTONIO Meneghetti era un povero prete che andava nelle campagne ternane a raccogliere le lumache. Poi trovò un'attività più redditizia nel manipolare le anime e le menti di tanti disgraziati arrivando, a traverso questa via, anche al loro portafogli. Fondò l'ontopsicologia. Spalla essenziale di questa sua pratica di "ontopicoterapeuta" è stata, ed è ancora, certa Loretta Lorenzini.

Diplomata, insegnante, Loretta Lorenzini non è una donna qualsiasi. Nel quadro organizzativo dei vari centri di ontopsicologia copre un ruolo di rilievo, più che per meriti "professionali" per diritto di casta. Anagraficamente infatti la signora Lorenzini è la moglie di Antonio Meneghetti.

Figlia di Donato e Vera Lorenzini, una famiglia rispettabile, residente a Terni in via Scoglio di Quarto 7. Loretta si staccò dai genitori né più né meno di tante altre vittime dell'ontopsicologo per seguirne il destino. Non fu un distacco facile. Quando tre anni fa, contro Meneghetti, fu presentata una denuncia anonima alla Polizia del capoluogo umbro, il "professore" ritenne di poter identificare nei caratteri della lettera, non firmata, i segni caratteristici della macchina da scrivere dei genitori di lei e li citò per diffamazione.

Oggi Donato e Vera Lorenzini non hanno molta voglia di parlare della loro figlia. Molto gentile ma irremovibile la madre ci ha detto: «Già siamo stati coinvolti tre anni fa per quella storia della denuncia. Non eravamo stati noi, ma lui, che pensa di avere poteri divinatori, ne era convinto. Ora non vogliamo più entrarci. Se nostra figlia resta implicata nell'inchiesta sull'attività di Antonio Meneghetti cosa possiamo farci.... speriamo che Iddio l'aiuti. Poi, sa, è tanto tempo che non la vediamo. Che potremmo dirle... ci scusi ma non occorre che si disturbi a venire qui da noi». Parole composte, gentili e rassegnate.

Ma di Loretta Lorenzini ci parlano altre persone. La maggior parte la indica come una delle prime vittime di Meneghetti: «Non le dico cosa ha dovuto subire - ci ha detto una signora - ogni tipo, ma veramente ogni sorta di umiliazioni». E segue un lungo elenco di "umiliazioni" che preferiamo non riportare. Qualcuno riferisce che, all'inizio del rapporto con l'ex prete, la signora Loretta era disperata: «Non riesco a staccarmi da quest'uomo» diceva alle amiche. Un altro testimone racconta che una volta, durante una terapia di gruppo, la moglie del "professore" si alzò e disse davanti a tutti, riferendosi al marito: «Arriverò ad uccidermi pur di farti del male».

Non lo ha fatto (al contrario di altre persone) e non è riuscita nemmeno a separare il suo destino da quello dell'ontopsicologo. Investita di un ruolo autorevole, ora questa insegnante affianca il marito nella pratica ontoterapeutica. La prova? Leggete questi brani trascritti da una seduta di cui abbiamo la registrazione completa.

Dopo che una paziente le ha confidato il contenuto di alcune fantasie e di un sogno, Loretta Lorenzini interviene: «Mah... è indubbiamente una situazione incasinata al cento per cento sotto tutti i punti di vista. Ma se tu non prendi coscienza, ma realmente la coscienza di come agisce la psicologia negativa, la psicologia negativa ti entra e poi ti fa partire in una tua psicologia negativa». Poi dopo aver tirato in ballo un ragazzo di nome Franco, visto come portatore di influssi malefici, la "terapeuta" continua: «Ora, come si verifica dentro il tuo fisico la fregatura maschile?... Il pene psichico te lo sei mai sentito? Fino dove ti arriva? Fai un attimo mente locale fino dove arriva questo pene che tu senti dentro la vagina... dove finisce la punta del pene? Concentrati».

Segue una lunga pausa di silenzio. La paziente non sa che dire: «Mah... io lo sento più che altro a livello di degradazione quasi esterna... però internamente non so...». La terapeuta l'aiuta: «Fino a su... ecco, poi non puoi risalire fino a questa zona qua?». Segue un nuovo silenzio ma la paziente si difende: «Cioè quando io mi sento incasinata lo sento più che altro a livello di respiro e poi di chiusura di stomaco. Però questa sensazione di pene psichico, come dici tu, come se tu avessi dentro un pene...». «Un pene, un bastone» suggerisce Loretta Lorenzini. «Non, non...» la ragazza in terapia non sa che dire. La signora Lorenzini interviene di nuovo: «Tu hai visto mai quella tortura... non so se turca... il film Olocausto l'hai visto mai?... Cioè tu hai visto mai una tortura... turca mi sembra che sia, dell'imbastonatura?».

«Sì - è la risposta - mi da un fastidio enorme. Non l'ho vista però ho visto i manifesti di Olocausto». «Dunque - riprende la "terapeuta" - questo bastone è un bastone che ti entra o vaginalmente o analmente, non importa e dove esce?... - pausa e conclusione - o nella bocca o dietro qua, va bene?». La paziente non sa rispondere se non con un breve mugolio ma Loretta Lorenzini è riuscita ad arrivare dove voleva. Poi conclude: «Il fatto è che all'inizio c'è una sensazione di piacere e lì che c'è la fregatura. Però l'imbastonatura te la mette la psicologia negativa maschile. E l'imbastonata che può fare? Niente, non può fare niente».
Dopo altre farneticazioni su macchinette che abbiamo in noi e buchi neri, alla fine la "terapeuta" conclude con "saggi" consigli di isolamento e con l'indicazione di seguire sedute di "immagogia" e concerti di "ontoarte" tenuti da Antonio Meneghetti.

A proposito di "ontoarte" abbiamo sul nostro tavolo cinque cassette registrate che Meneghetti ha inciso per le pratiche di "musicoterapia". Si intitolano: «Capriccio dell'essere», «la gioia in re», «quando l'anima danzò l'essere», «la creazione», «tamburi in trotto». Questi pasticci allucinanti di note in libertà sono firmate (esecutore e autore) Antonio Meneghetti. L'ontopsicologo se li fa pagare dalle dieci alle quindici mila lire l'uno, così come le sue dispense. Ci manca ancora da ascoltare la registrazione di un suo discorso sulla "fantapsichia" e i nastri di altre terapie.

A questo punto che dire? Sarebbe tutto da ridere se di mezzo non ci fosse andata tanta povera gente e se qualcuno non avesse pagato con la vita o con la galera la sua cieca fede nel "messia". e sono in molti, oggi, ad attendere che le indagini della magistratura portino, e presto, a risultati concreti.