Lo scorso inverno ho avuto dei problemi di depressione e, dopo aver chiesto ripetutamente aiuto ai miei familiari, un'amica mi promette la soluzione dei miei problemi in pochissimo tempo da una "dottoressa eccezionale" che lei conosce bene e a suo detto "l'ha guarita". Mi porta nello studio di p.le Clodio (Roma) per un appuntamento alle ore 12.
Attendiamo in una stanzetta di due
metri per uno Loretta Lorenzini che si presenta con 50 minuti di ritardo,
senza dir parola (io mi mostro molto scocciata per questo, mentre per la
mia amica sembra tutto giusto e normale). Durante la lunga attesa ho modo
di vedere i numerosi attestati e diplomi alle pareti, ma non si capisce
molto cosa significhino esattamente: sono tutti in lingue estere, perlopiù
spagnola.
La cosa più curiosa per me,
che conosco un poco Meneghetti perché la mia amica ha la casa piena
di suoi quadri e diplomi, è vedere lo studio della Lorenzini pieno
zeppo di "segni" del Meneghetti: tutti i quadri alle pareti sono suoi;
i posacenere sono dipinti da lui, i tappeti, le tende, le poltrone.. tutto
riporta i suoi "segni".
Arriva finalmente la Lorenzini, donna giovanile (capelli viola), dinamica e piena di cose da fare, visto il forte ritardo. Certo non molto tranquillizzante come terapeuta psicologica...
La seduta si svolge tutta con Loretta
che cerca di convincermi che lei col marito non ha più nulla a che
vedere ("condivido la filosofia ma non la pratica" - si riferira` mica
alle morti misteriose?) e prova ne sarebbe addirittura i "miglioramenti"
ottenuti con la mia amica. Io aggiungo molto poco di mio, a parte qualche
domanda sul tipo di terapia (che lei definisce umanistica). Insomma, la
signora si spaccia per psicoanalista e mi promette guarigione in tre, massimo
cinque sedute!!!
Ora, io un po' di psicoanalisi me
ne intendo e di certo non ho mai visto una terapeuta giustificarsi tanto
per la sua vita (quando io, quasi ignara di tutto, non le ho mai chiesto
nulla) e soprattutto non può essere seria chi, pur conoscendo i
fatti e le persone, parla tanto di un'altra persona in "terapia" da lei
(e il segreto professionale dove lo mettiamo?).
Per concludere il racconto della mia
esperienza dico solo che, piena di dubbi e domande e con una amica che
non ha ovviamente chiarito nulla, ho chiamato la Lorenzini il giorno dopo
per dirle che
avevo troppi dubbi sulla serietà dell`associazione
(il cenacolo) e che non avrei più frequentato.
Risultato: la mia amica non
mi parla da mesi perché, come ha detto ad altri amici e famigliari,
la terapeuta le ha confessato che io le ho parlato malissimo di lei (della
mia amica) e l'ho umiliata davanti alla "dottoressa" e che quindi sono
un elemento negativo, da eliminare dalla sua vita.