PAESE SERA/CRONACA REGIONE
sabato 9 maggio 1981

LA VICENDA DELL'EX PRETE ESORCISTA
«Prof. quello lì? Mai esistita
una cattedra di ontopsicologia»

Rettore smentisce la falsa investitura accademica di Antonio Meneghetti

di EMILIO RADICE

AVEVA inventato per sé una cattedra di Ontopsicologia e se ne era proclamato il caposcuola. Non contento di questa auto-nomina, affamato di riconoscimenti ufficiali che ne comprovassero la credibilità, aveva poi dichiarato come sede di inizio di questa attività cattedratica l'Università internazionale San Tommaso d'Aquino, in via Salita del Grillo. Oggi viene smentito dal Rettore. È questa l'ultima novità su Antonio Meneghetti, l'ex sacerdote che, con strane pratiche di "ontopsicoterapia", ha legato a sé per anni decine e decine di giovani in un gruppo che ormai molti definiscono apertamente una "setta" e su cui indaga la procura della Repubblica mentre Antonio Meneghetti ha preferito allontanarsi precipitosamente dal suo "Centro": pare si sia rifugiato in Sardegna.

Siamo arrivati a scoprire l'auto-investitura accademica sulla base di un documento fattoci pervenire da una delle tante persone che hanno sentito il dovere civico di dare una mano, non tanto a noi, quanto ai tanti poveretti che sono rimasti vittime dell'oscure pratiche dell'ontopsicologo. questa persona è un consigliere comunista della XIX circoscrizione che ha trovato fra le carte di una pratica lo statuto dell'Associazione internazionale di Ontopsicologia. Fra le sue righe forse ci sono gli estremi per una denuncia di falso in atto pubblico. Il documento, accanto al titolo "Statuto", porta delle lettere e dei numeri che dovrebbero indicare presumibilmente gli estremi di una pratica di registrazione all'ufficio di registro:
«All. "A" dell'atto Rep. n. 1711». Ogni pagina è timbrata con un bollo illeggibile di un notaio romano. Nell'ultima pagina c'è scritto: «Copia conforme all'originale munita delle firme dalle legge prescritte che si rilascia per gli usi consentiti».
Poi, a penna: «In corso di registrazione, Roma 16 febbraio 1978» e una sigla. Ma veniamo al contenuto.

Dopo la notizia dell'avvenuta costituzione e la precisazione che i compiti prefissi sono apartitici, apolitici e privi di scopo di lucro (Art. 1 e 2) all'articolo 8 troviamo questa affermazione: «L'Associazione si riconosce in tutte le sue attività e manifestazioni, nel pensiero e nelle opere del Caposcuola dell'Ontopsicologia Prof. Antonio Meneghetti, fondatore della cattedra di Ontopsicologia presso l'Università Internazionale "San Tommaso d'Aquino" Roma, come da attestato della stessa datato 15.9.1972...».

A questo punto abbiamo fatto la cosa più ovvia. Trovato il numero di telefono dell'Università San Tommaso d'Aquino abbiamo parlato con il Rettore.
La risposta dell'anziano cattedratico è stata bruciante: «Mai ho sentito parlare qui da noi di una cattedra di Ontopsicologia. L'affermazione di Meneghetti è una bugia. Una cattedra per noi è una cosa seria». Ma Antonio Meneghetti... abbiamo replicato... parla di un attestato rilasciato nel '72 dall'Università da lei diretta.

«Dovrebbe essere un attestazione dell'autorità ecclesiastica - ha risposto il Rettore - ma non c'è mai stata. Lo posso dire con sicurezza perché sto qui da ben ventitré anni. Quel signore ha tenuto qui solo dei corsi per licenziandi, ma è roba di tanti anni fa. Mai, lo ripeto, ha avuto una cattedra né un attestato del genere di cui parla. Si vede che è frutto della sua immaginazione. Lei può dire che lo affermo io, il Rettore della San Tommaso».

Sta di fatto che l'affermazione contraria è contenuta in un atto che Antonio Meneghetti ha usato come credenziale o, ed è più grave, come documento avente effetti legali. Chi ha ragione, il fondatore della ontopsicologia o il Rettore dell'Università di via Salita del Grillo? Per il resto, leggere gli altri articolo dello statuto può essere spunto di diverse considerazioni. Ad esempio l'art. 4 in cui si dice: «La scuola di alta psicoterapia di indirizzo Ontopsicoanalitico, apre la possibilità a medici, professionisti, laureati e operatori sociali di ottenere la preparazione completa per esercitare la psicoterapia individuale e di gruppo». Poi l'art. 5: «La scuola rilascia attestati e diplomi». Dopodiché l'art. 7 «L'Associazione promuove e favorisce ogni espressione di arte capace di evidenziare l'autenticità universale». Cosa ciò voglia dire bisognerebbe domandarlo ad Antonio Meneghetti, se fosse reperibile e non invece in "vacanza".

Sotto il titolo terzo, poi, all'art. 15, possiamo leggere «Le entrate dell'Associazione sono costituite da contributi volontari dei soci e liberalità ed eventuali donazioni, sia pubbliche che private». Contrasta con queste affermazioni quello che ci ha raccontato un'ennesima testimone.

«Per accedere alle varie sedute terapeutiche - è il suo racconto - bisognava assolutamente pagare altrimenti non si entrava. Uno poteva anche morire ma i segretari di Meneghetti bloccavano sulla porta chiunque non avesse i soldi in mano. Poi, per esempio, nelle riunioni di terapia immagogica a viale Medaglie d'Oro (sede appunto dell'associazione), ci si trovava pigiati in una stanza in quaranta e più. Se fate i calcoli, pensando che si pagava 25.000 lire a testa, avete un'idea del giro di denaro che c'era». Il conto è presto fatto: un milione secco finito nelle tasche del "professore" in un'ora.

Un altro testimone rincara la dose: «Meneghetti riempiva tutte le ore della giornata di iniziative a cui si doveva partecipare, pena l'esclusione dal gruppo con l'accusa di essere "negativi". Questo tutti i giorni della settimana. Ovviamente per ogni cosa bisognava pagare».