I piccoli piaceri di un ontopadrone

    Aspetti settari dell'Ontopsicologia

    «Mentre scrivo, su di un tavolo design OntoArte, nel grembo di opere meravigliose, a distanza la rabbia inutile del traffico stradale ed il ronzio di opere classiche in radio, vengo incontrato in pieno stomaco da un caldo relax. Osservo questo impatto organismico che fa piacere ed affascina. Leggendo questa emozione viscerotonica, rilevo nel concreto esterno questa situazione: Maurizio, un triestino di ventun anni, sta pulendo i vetri nel versante strada del mio studio d'arte. Egli nel farmi questo favore prova piacere e me lo traspone. Mi fa un servizio perché gli piace. Io gli ho dato la trasparenza delle finestre del suo inconscio, ed egli ora mi dà la trasparenza delle finestre dove qualche volta vivo.
    Anche se è sempre stato un ragazzo buono e molto viziato in famiglia, per cui non ha mai pulito i vetri, ed a ben guardare il risultato sul cristallo non è che dimostri perizia, resta il fatto che ora, nella vita sa ormai lavorare e studiare e relazionarsi con chi vuole. Io sto per fargli la proposta se, appena finito il servizio militare, quando verrà a Roma per l'Università e per diventare poi, dopo la laurea, un domani ontopsicologo, gli piacerà aiutarmi in lavori esterni per alcune ore quotidiane con retribuzione pecuniaria. Penso a questo solo per il fatto che accanto ad una utilità per me c'è il suo piacere di fare per me. Attraverso questo sta facendo se stesso in soddisfazione. Adesso sta sfregando trucioli di giornale sui vetri. Per le orecchie potrebbe essere una stonatura, ma nella mia percezione endoviscerale sono piume di pavone in ruota che frillicano ombreggiando la campagna. L'azione positiva d'una individuazione in opera, fa positivo anche nel risonante. [...] Maurizio nel suo fare intendeva me, e non in modo cosciente, ma nell'intenzionalità della sua opera rabberciata. La sua grafia era pedestre, ma l'intenzionalità del suo in sé organismo era muovere energia sua per me». (Meneghetti, da "Ontopsicologia", anno III, n° 3 del 1985)


    Questo gustoso brano del signor Tonino ci introduce in un'ulteriore analisi dell'Associazione Ontopsicologica, per cercare di comprendere se realmente possa essere inserita in una lista di attività settarie o solo in una ulteriore società di servizi.

    Alcuni aspetti li abbiamo già visti, nelle pagine precedenti di questo sito, ma cerchiamo ora di approfondire il discorso. Per farlo ci serviremo dell'appoggio di ottimi autori e studiosi della psiche umana e della realtà controversa dei nuovi movimenti religiosi.

    In Internet è in funzione un interessante sito specializzato in studi settari, dal titolo Xenu. In esso vi sono diverse pagine riportanti pareri di studiosi sul controllo mentale esercitato da gruppi settari, nei confronti dei propri adepti. In una di queste pagine Jan Groenveld afferma: "Ricordate un gruppo non deve essere necessariamente religioso per tenere un comportamento da culto settario. I gruppi con obblighi pressanti possono essere commerciali, politici o psicologici. Siatene consapevoli, in modo particolare se siete persone idealistiche, brillanti e intelligenti. Le persone che più probabilmente cadranno in questo tipo di sistemi comportamentali sono quelle che dicono - non mi succederà mai, non a me, sono troppo intelligente per questo tipo di cose".

    Questo è proprio il caso dell'Ontopsicologia, definita come setta dal Dipartimento di Polizia di Prevenzione Italiano, che però non sembra perseguire, almeno ufficialmente, ideali parareligiosi: si presenta invece come un gruppo di tipo psicologico.

    In un'altra pagina web troviamo un interessantissimo studio sul Controllo mentale da parte del dottor Steven Hassan, che ci offre anche alcuni tratti distintivi dei cosiddetti culti distruttivi. Cerchiamo perciò di rianalizzarli mettendoli in parallelo con il pensiero e la pratica dell'Ontopsicologia.
     

    1. Controllo del comportamento: si esprime fra l'altro attraverso il tenere sotto sorveglianza il "dove, come e con chi il membro vive e con chi si associa", "che abiti, colori o pettinatura la persona indossa", "dipendenza finanziaria", "poco o niente tempo libero per passatempi, divertimento e vacanza", "obbligo di chiedere il permesso per le decisioni importanti", "obbligo di riportare ai superiori pensieri, sentimenti e attività", "premi e punizioni", "scoraggiamento dell'individualità: prevale il pensiero del gruppo", "obbligo di obbedienza e dipendenza".
    1. Controllo dell'informazione: si esprime anche attraverso il "trattenere deliberatamente le informazioni", "distorcere le informazioni per renderle accettabili", "mentire apertamente", "scoraggiare o minimizzare l'accesso alle fonti provenienti da ex membri o tenere i membri così occupati che non abbiano il tempo di pensare", "accoppiamento forzato per monitorare e controllare", "uso estensivo di informazioni e propaganda auto-prodotta dalla setta".
    1. Controllo del pensiero: "Noi contro loro", "adottare un linguaggio caricato/inventato/rielaborato, caratterizzato da cliché blocca-pensiero", "rifiuto di critica costruttiva", "non considerare legittime le domande critiche sul leader, sulla dottrina o le direttive del gruppo".
    1. Controllo emotivo: "manipolazione e restringimento dei sentimenti della persona", "fare in modo che la colpa ricada sempre sulla persona e mai sul leader o sul gruppo", "senso di colpa per come si è, per la propria famiglia, per il proprio passato, per le frequentazioni, pensieri, azioni, sentimenti", "paura del mondo esterno".


    Da questa pagina di Hassan abbiamo estrapolato alcuni modi di essere che ci sembrano siano stati evidenziati anche nell'attività dell'Ontopsicologia, così come appreso dalla lettura delle pagine precedenti di questo sito critico e dai resoconti di ex adepti del gruppo o familiari di appartenenti odierni.

    Prima di riportare alcuni passaggi di un altro studio di Hassan, vi vogliamo segnalare un approfondimento che si trova al sito , più specificamente sul controllo mentale e la coercizione psicologica.

    Infine torniamo al dottor Hassan che, in un suo articolo sul come proteggersi dalle sette a controllo mentale si è posto alcune domande, alle quali noi, a nostra volta, abbiamo voluto rispondere con la pubblicazione di questo sito critico sull'AIO. Ecco le domande che ci siamo posti anche noi: chi è il leader del gruppo? Qual è la sua storia personale? Che tipo di istruzione, addestramento o occupazione ha avuto prima di dar vita al gruppo? Il leader ha precedenti penali conosciuti? Di cosa è stato accusato? Ci sono state condanne? L'organizzazione ha una struttura con un reale equilibrio di potere? Usano organizzazioni di "facciata" parallele alla principale scuola? Si appropriano di confidenze o problemi personali, familiari e sociali per poter portare il potenziale adepto nel gruppo o per sottoporlo a tecniche di induzione ipnotica o psicologiche? Gli adepti vengono allontanati dalla famiglia e dagli affetti che avevano prima del loro ingresso nel gruppo? I familiari delle persone entrate nel gruppo hanno notato comportamenti che la persona non manifestava prima del suo ingresso? Gli adepti vengono portati a studi o lavori determinati dal gruppo o dal leader? I membri della setta devono chiedere permessi per recarsi in famiglia o a trovare e sentire amici e conoscenti? Sono state mosse violenze psicologiche o fisiche contro persone che intendevano uscire dal gruppo o che non servivano più alla causa?

    A tutte queste domande siamo stati tentati di rispondere affermativamente, ma non è sempre così semplice fornire etichette ad un gruppo parascientifico, come si propone l'Ontopsicologia. Abbiamo fin qui voluto offrirvi dei parametri di discussione e di riflessione, senza prendere specifica posizione contro di loro, ma ponendo attenzione ad un gruppo abbastanza discutibile e discusso.

    Quando qualcuno leggerà queste pagine, speriamo si ponga le stesse domande che ci siamo posti noi e magari ci offra altri spunti di riflessione.