Egregio signor Inca anche io sono un professore e in questa veste mi permetto
di inviarle questo file.
Solitamente è mio costume sottoscrivere i miei articoli, finora
senza alcuna eccezione. Ciò mi procura a volte feroci critiche ma
il più delle volte mi consente un dialogo corretto e sereno con
persone corrette e scientificamente preparate.
Da qualche tempo signor Inca, grazie lei, seguo le vicende e le vicissitudini
dell'Ontopsicologia. Ho ascoltato molte campane e campanari. Ho voluto
verificare quanto lei sostiene riguardo all'Associazione oggetto dei suoi
interessi, soprattutto per quel che concerne la sua scientificità,
la sua attendibilità, la correttezza dei contenuti esposti nella
bibliografia A.I.O. invero di non facile reperimento.
Internet mi ha dato l'occasione di consultare una consistente mole di documenti
che, sia nel bene sia nel male, parlano dell'Ontopsicologia.
Ed io che da sempre, in quanto professore, ho sposato l'approccio pragmatico
verso un sapere corroborato da un'autentica e verificabile teoria, ho speso
un po' del mio tempo nella lettura di numerosi testi il cui autore è
l'esimio prof. Antonio Meneghetti.
Non nego che i suoi scritti molto spesso mi hanno preso e coinvolto non
poco anche perché necessitano di una conoscenza che abbraccia molti
campi del sapere e abbisognano di un approccio ermeneutico di un certo
livello. Nel faticoso progredire della lettura e studio di codeste scritture
talvolta mi sono imbattuto in concetti che mi hanno fatto letteralmente
trasecolare.
Di questo appunto intendo ora discettare in maniera semplice, piana, comprensibile
"ad usum delphini" o come si dice adesso "idiot proof", piuttosto che usare
il linguaggio "degli addetti ai lavori" col rischio di "audience" zero.
Purtroppo, signor Inca, ritengo dover dar un certo credito alle sue informazioni,
mi si consenta la licenza, riguardo alla "permalosità" del Prof.
Meneghetti che poco ama essere discusso e ancor meno contraddetto, pena,
se è vero quanto lei signor Inca riferisce, ritorsioni a livello
legale in luogo di un corretto ed auspicato, civile dialogo scientifico.
Non do per certo che quello che lei asserisce sia del tutto attendibile
però non voglio correre inutili rischi. Per questo motivo, pur vergognandomi,
le domando di non pubblicare il mio nome. Me ne scuso assai con i suoi
(e miei, in questo caso) lettori.
Conclusa con buona pace per tutti questa tediosa, ma opportuna premessa,
passo allo svolgimento del tema che propongo con il titolo di:
IL
MOTO PERPETUO INCREMENTALE
Ovvero
l'infinito accrescimento energetico di un sistema totalmente chiuso
Mesi or sono stavo leggendo il libro del prof. Antonio Meneghetti "Il Campo
Semantico" scoperto dallo stesso autore del libro, in data non meglio precisata.
Tale scoperta sembrerebbe che sia valsa al prof. Antonio Meneghetti la
laurea "Honoris Causa" in Fisica da parte dell' Università di New
York. Curioso ho iniziato a leggere e dopo mille difficoltà sono
riuscito, piano piano a capire il tema di fondo di questo libro: "Il campo
informatico universale che veicola qualsiasi informazione, in qualsiasi
contesto al di fuori ed oltre le coordinate spazio/tempo; senza spostamento
di energia". Senza spostamento di energia.
Solo l'informazione, solo il codice, l'istruzione, il programma, la forma
dell'atto (ma allora, mi sono chiesto, cosa c'entra la laurea honoris causa
in fisica? semmai in informatica. Atteso che il prof Antonio Meneghetti
è accademico dell'Accademia Internazionale d'Informatizzazione Russa).
Non sto assolutamente scherzando! Dico sul serio, assolutamente sul serio. Signor Inca mi creda.
Resto allibito signor Inca. E lei sa bene cosa intendo dire.
Difficile da digerire. Prendo una massiccia dose di tricarbonato e mi faccio
forza per andare avanti.
Sono davvero davanti alla scoperta del secolo!!!
Questa teoria, se verificata e verificabile, nel mondo scientifico merita l'appellativo di "SUPERBA".
Mi viene voglia di divorare le pagine ma comprendo che sarebbe un errore.
Procedo piano piano, step by step, non giro pagina se non ho compreso quello
che sto leggendo.
Arrivo a pagina 90, 91,..., 99 e lì trasecolo. Letteralmente vado
in tilt. Il mio cervello va in tilt per riuscire a capire quello che da
pag. 99 e seguenti è scritto.
Leggiamolo insieme.
«Capitolo Quinto
ENERGIA E TRASDUZIONE
FORMALE
Conferenza svolta in Italia il 1 gennaio 1997, inedita.
5.1 Trasduzione informatica e modulo ricevente
Il campo semantico è un trasduttore informatico senza passaggio
di energia. Per spiegare questa definizione partirò dalla nota
formula einsteniana: E = mc² (l'energia è il prodotto
della massa per il quadrato della velocità). L'energia esiste sempre,
che io ci sia o meno; è un atto perenne della vita. Non possiamo
escludere il concetto dell'eternità della materia in quanto energia,
perché noi vediamo la materia trasmutare continuamente, ma mai aumentare
o diminuire; presenta una stabilità attiva e questa è già
una delle connotazioni per definire un oggetto eterno. Noi siamo dentro
questo utero di energia che si individua.
Prendiamo l'esempio della formazione dell'energia elettrica da una fonte
idrica: una massa d'acqua è trasformata in energia in base alla
velocità con cui precipita, cioè particelle subatomiche per
la loro intensità diventano fotoni; la luce è un circuito
fotonico.
Allora potremmo dire che S = f(T), secondo una relazione geometrica.
La massa d'acqua che sta in alto precipita e va a sbattere sulla turbina;
la velocità della turbina è in proporzione alla velocità
dell'acqua. In questo passaggio non è che l'acqua diminuisce o perde
elettroni; infatti parte dell'energia che l'acqua ha sviluppato viene utilizzata
per riportare l'acqua a monte e ricominciare il processo. Questo è
anche il principio dell'universo: diastole e sistole, su e giù,
il battito cardiaco dell'universo; nulla si crea e nulla si distrugge.
Pertanto assistiamo a dei moduli che stabilizzano l'energia in un modo
e possiamo ripeterli.
Vediamo un altro esempio. Per quale principio l'acqua attiva un martello
idraulico? L'acqua sbatte su delle pale che fanno girare una ruota, al
cui asse è collegato un pignone provvisto di denti, i quali vengono
fatti combaciare ad un ingranaggio che trasmette il movimento al maglio.
Oppure prendiamo la bicicletta: due gambe che fanno da acqua sui pedali.
Tutto questo è campo semantico. L'energia di una qualsiasi massa,
di una qualsiasi presenza, o contesto, o gestalt, facendo interazione con
un altro di qualunque genere, si modula secondo la forma preesistente
nel successivo. L'effetto è un aspetto della causa, ma non è
un corpo morto: esso ha già una sua specificità. Ciò
che noi vediamo come effetto ha già un suo modulo, una sua caratteristica;
vale a dire che - per esempio - l'acqua sul fuoco spegne, in una forma
meccanica attiva, in una persona assetata soddisfa la sete, nel legno fa
imputridire...
“Trasduzione informatica” significa che il modulo dà la forma
del passaggio dell'energia, non dà il passaggio dell'energia.
Quando un individuo subisce un campo semantico, la tipologia effettuale
non dipende dall'emittente, bensì dal ricevente, in quanto quella
semovenza ha effetto in quel soggetto poiché questo è precostituito
caratterialmente in quel modulo di frequenza. L'altro attiva nella misura
che il dipendente è convenzionato.
L'acqua dà la luce e dà la percussione del maglio: cos'è
che costituisce la differenza dell'effetto luce e dell'effetto percussione?
Dopo che si sono incanalati gli elettroni, quindi abbiamo la corrente elettrica
veicolata attraverso i fili e avviene il miracolo della luce, dove gli
elettroni vengono consumati strofinandosi oppure bruciandosi uno con l'altro.
Già nella lampadina di Edison abbiamo la conflagrazione atomica,
però ridotta a minimo potenziale. Una volta che gli elettroni vengono
conflagrati si liberano, tornano nell'energia aperta e ricomincia il ciclo
perenne dell'universo.
Portando l'esempio del ciclo biologico della natura, il granturco viene
mangiato dal coniglio, il coniglio viene mangiato da noi, etc.: uno sorregge
energia all'altro; è un circolo infinito e tutti viviamo in base
ad una specificità formale che abbiamo o per costituzione di natura
o per costituzione ambientale. Il tipo di società, di lingua, di
morale, ci precostituisce effetti causali. La corrente elettrica toccando
la lampadina dà la luce, ma non si può dire che sia merito
o colpa della luce: esiste già questo dispositivo, questo modulo
o stereotipo, uguale a ciò che è il complesso nell'energia
psichica. Quando parlo di stereotipo in analisi psicologica intendo alla
stessa maniera di un modulato meccanico che noi usiamo o consumiamo.
Se si capisce in chiave fisica (elettrica e meccanica) il passaggio operato
dall'energia quando contatta il modulo, si comprende il campo semantico.
Se la lampadina non vuole la folgorazione a microcircuito atomico, deve
variare la sua impostazione. Altrettanto, se un essere umano non vuole
un determinato effetto di campo semantico, deve togliere il dispositivo
in se stesso.
Il nostro organismo è un contesto convenzionato a precise funzioni,
come la lampadina è un contesto per una specifica funzione. Anche
nel campo biologico tutto è rapporto energetico, dove attivandosi
un elemento si sincronizzano altri moduli, ma ognuno è a sé
stante. Nella vita tutto è tecnica, che per ogni impulso o azione
ha delle precise corrispondenze. La scelta è un interruttore: si
fa o meno il contatto tra un disponibile e un dispositivo; disponibile
e dispositivo danno quella azione e non un'altra. Dicendo che il campo
semantico è trasduzione informatica, vuol dire che l'energia passa
da un modulo ad un altro modulo, ma è il ricevente che fa la
causa dell'effetto.»
Avete letto?
Il campo semantico è un trasduttore informatico senza passaggio di energia. Per spiegare questa definizione partirò dalla nota formula einsteniana: E = mc² (l'energia è il prodotto della massa per il quadrato della velocità).
Forse è una svista ma il quadrato della velocità di cosa?
Beh lo sanno tutti (quelli che lo sanno)
“della velocità
della luce” sarebbe stato meglio scrivere altrimenti potrebbe intendersi,
data l'omissione, la “velocità della massa” che non avrebbe alcun
senso. Un laureato in fisica, anche ad honoris, non avrebbe mai commesso
un simile errore.
Quindi usiamo E = mc² per spiegare il campo semantico che non
ha nessuna attinenza con l'equazione di equivalenza tra massa ed energia.
E qui caro signor Inca resto per la prima volta allibito. Ma la mia
allibidine non si arresta qui.
LE PAROLE DI EINSTEIN: «It followed from the special theory of relativity that mass and energy are both but different manifestations of the same thing -- a somewhat unfamilar conception for the average mind. Furthermore, the equation E is equal to m c-squared, in which energy is put equal to mass, multiplied by the square of the velocity of light, showed that very small amounts of mass may be converted into a very large amount of energy and vice versa. The mass and energy were in fact equivalent, according to the formula mentioned before. This was demonstrated by Cockcroft and Walton in 1932, experimentally».
TRADUZIONE: «Dalla teoria generale della relatività si ricava che massa ed energia sono entrambe differenti manifestazioni della stessa cosa - un concetto non di immediata comprensione per l'uomo della strada. Inoltre, l'equazione E uguale a m moltiplicato per c elevata al quadrato, che significa che l'energia è uguale alla massa moltiplicata per il quadrato della velocità della luce, mostra che piccolissime quantità di massa possono essere trasformate in una immensa quantità di energia e viceversa. La massa e l'energia sono infatti equivalenti, secondo la formula appena citata. Questo è stato dimostrato da Cockroft e Walton nel 1932 in un esperimento».
L'energia esiste sempre, che io ci sia o meno; è un atto perenne della vita. Non possiamo escludere il concetto dell'eternità della materia in quanto energia, perché noi vediamo la materia trasmutare continuamente, ma mai aumentare o diminuire; presenta una stabilità attiva e questa è già una delle connotazioni per definire un oggetto eterno. Noi siamo dentro questo utero di energia che si individua.
Nel paragrafo successivo con assoluta nonchalanche ecco che la "massa"
diventa "materia" e onseguentemente "energia" indi poscia "eternità".
Subentra quindi la "stabilità attiva" in quanto costanza né
accretiva né sottrattiva neologica attuale del "panta rei" eracliteo:
un ottimo cocktail relativo-filosofico di non facile comprensione. Pop
Up Science?
Infine il concetto aristotelico dell' "ilemorfismo".
Egregio signor Inca mi limito solo a rilevare le anacronistiche incongruenze
delle "dichiarative proposizionali" e le "sconsecutio semantiche", senza
entrare nel merito dei contenuti.
Accenno il principio che non esiste energia senza forma. Anche l'apparente
caos dell'energia plasmatica ha un suo ordine. Ma finora è nulla
rispetto a quel che segue.
Tralascio per cristiano pietismo il paragrafo successivo relativo alla
"precipitazione idraulica" e passo al clou: il succitato "moto perpetuo".
Allora potremmo dire che S = f(T), secondo una relazione geometrica. La massa d'acqua che sta in alto precipita e va a sbattere sulla turbina; la velocità della turbina è in proporzione alla velocità dell'acqua. In questo passaggio non è che l'acqua diminuisce o perde elettroni; infatti parte dell'energia che l'acqua ha sviluppato viene utilizzata per riportare l'acqua a monte e ricominciare il processo.
Cosa sia S e T non è dato di sapere mancando le loro definizioni.
Comunque pur conoscendo S e T rileviamo che S è funzione di T secondo
"una relazione geometrica" anch'essa non meglio definita. A meno che non
si riferisca allo sbattimento dell'acqua sulla turbina (piuttosto che dinamo)
che sembrerebbe essere un aggeggio che si muove da qualche parte (una pista,
una strada,...).
In realtà sarebbe stato più corretto dire "velocità
di rotazione" o "numero di giri al minuto della dinamo". Naturalmente una
tale asserzione risulta assai incompleta in quanto tutto si riduce ad un
rapporto di velocità anch'esse non meglio definite. Si tralascia
invece nella "proporzione" la massa dell'acqua che non avrebbe alcuna rilevanza
se non si specifica il dislivello e la portata, nell'unità di tempo
prescelta, delle condotte forzate a monte della turbina-generatore.
Semplifico molto e chiedo venia all'accipigliato ingegnere idraulico che
casomai mi stesse leggendo.
Ma non è questo il punto.
Il figlio del mio amico Luca, Pierino, ripetente per la terza volta la
prima elementare mi ha chiesto: "ma professore come è possibile
che una parte possa ricomporre il tutto".
Ho allora detto: "Pierino spiegati meglio perché su questa frase
io sto letteralmente impazzendo. Sono due settimane che la studio ma non
riesco a capire…".
"Professore" mi ha risposto Pierino "Ma quello che lei vuole capire è
una ca..ata bella e buona, le ca..te non si devono studiare, si buttano
via. Ora glielo spiego io. Ecco quello che dice l'autore del libro.
Da una tinozza piena d'acqua abbastanza grande, tipo quella dove mio nonno
fa il pediluvio, posta al primo piano esce un tubo collegato ad un generatore
di corrente (piccolo piccolo). Quando mio nonno ha finito apre il rubinetto,
l'acqua arriva e fa girare il generatore. Collegata al generatore c'è
la batteria ricaricabile del mio UFO-ROBOT.
L’acqua che esce dal generatore non la butto e la metto in un secchione
della mondezza (pulito).
Il generatore carica la batteria fino a che nella tinozza c'è acqua.
Anzi siccome la tinozza tiene più acqua di quanta me ne occorra,
una volta caricato UFO ROBOT, attacco un'altra batteria (parte
dell'energia che l'acqua ha sviluppato) e la carico fino a fine
tinozza.
Da una parte il secchione pieno d'acqua dall'altra una tinozza ormai vuota
e due batterie cariche (pari all'energia totale sviluppata dall'acqua della
tinozza): quella di UFO ROBOT e quell'altra.
Mi metto a giocare con UFO ROBOT e quando la batteria è scarica
faccio quello che dice il prof. Meneghetti a pag. 99 del suo libro. Attacco
l'altra batteria (quella dell'energia residua) ad una pompa
e riporto TUTTA l'acqua
dentro la tinozza al primo piano e ripeto il ciclo per ricaricare la batteria
di UFO ROBOT e l'altra batteria..
Così facendo posso ricaricare all'infinito con la stessa acqua la
batteria del mio giocattolo."
"Ma Pierino" ho risposto io "Questa è una ca...ata bella e buona!".
"Si professore, vedo che ha capito, ora però devo andare dal tabaccaio
a comprare le batterie per il mio UFO ROBOT".
"Senti, Pierino, ma che direbbe tuo nonno quando gli ricicli l'acqua sporca
del pediluvio, una, due volte va bene ma poi sai che puzza! Un pediluvio
perpetuo!"
"Professore ma mica solo i piedi e l'acqua puzzano, anche i pensieri molto
spesso puzzano ma per certuni questo è profumo come la cacca per
le mosche".
Caro signor Inca molto ci sarebbe da dire ma il paradosso è così evidente che ogni ulteriore discettazione tesa a spiegare meglio offenderebbe l'intelligenza dei suoi lettori, anche quella dei meno preparati. Concludo con alcune note.
L'energia
di una qualsiasi massa, di una qualsiasi presenza, o contesto, o gestalt,
facendo interazione con un altro di qualunque genere, si modula secondo
la forma preesistente nel successivo…
"Trasduzione
informatica" significa che il modulo dà la forma del passaggio dell'energia,
non dà il passaggio dell'energia.
E qui c'è una contraddizione.
Se la forma è preesistente nel successivo allora la trasduzione
informatica (il modulo o programma) non può dare la forma del passaggio
dell'energia in quanto già presente nel ricevente esecutore o effettore.
In realtà, per quanto ho capito, la trasduzione informatica è
relativa alla forma dell'atto (uccidere, amare, odiare, costruire una casa,
ecc.) piuttosto che al tipo di energia necessaria (e agli strumenti: p.e.
coltello o pistola o veleno) per compiere l'atto.
Dicendo che il campo semantico è trasduzione informatica, vuol dire che l'energia passa da un modulo ad un altro modulo
Sbagliato! Vuol dire che l'informazione passa da un modulo ad un altro
modulo e l'ultimo compie l'azione con l'energia in suo possesso.
Insomma voler spiegare la trasmissione di un codice di esecuzione (programmazione,
condizionamento, ecc.) secondo un modello fisico reca molta confusione.
ma è il ricevente che fa la causa dell'effetto.
Forse non ho capito ma dovrebbe essere l'opposto, ossia: "è il ricevente
che fa l'effetto della causa; è il ricevente che agisce la causa
mandante con il corrispondente effetto".
Ma queste sono, caro signor Inca, quisquilie, pinzillacchere rispetto alla
comica esposizione del "Moto Perpetuo".
Ritengo che il prof Antonio Meneghetti non abbia uno staff di revisione
testi molto efficiente.
Voglio dire che la revisione si affida di solito ad estranei, a persone
che non dipendono da chi scrive il libro. Perché questo?
Nel caso dell'Ontopsicologia, se è vero quello che lei signor Inca
sostiene, la revisione si limita a quella che un normale correttore di
ortografia e grammatica, tipo Word, può fare.
Non è concepibile per un allievo o subordinato che sia correggere
i concetti espressi dal maestro, anche se palesemente assurdi come quelli
testé esposti. Significherebbe violare la presunta infallibilità
dell'autore.
Lo dico perché è capitato a volte anche a me.
Di perle simili a quelle mostrate sono pieni i libri di Ontopsicologia.
Magari le intuizioni dell'autore sono buone e potrebbero pure diventare
scienza. Ma questo costa parecchio in termini di tempo e soldi. Se invece
si gioca al risparmio, magari usando come redattori, proti, impaginatori,
sbobinatori di cassette,ecc. persone che lavorano per deferente timore
a titolo gratuito o persone che vivono e si formano in un microsistema
sociale chiuso come potrebbe essere l'Ontopsicologia, ecco quali sono poi
i risultati.
Chi più spende meno spende.
La saluto cordialmente per la sua cortese ospitalità e se lo ritiene opportuno mi farebbe piacere conoscere il suo pensiero in merito a quanto finora detto.
Firmato: un anonimo suo malgrado.