Una madre disperata racconta...

Testimonianza della madre di un'appartenente all'Ontopsicologia



Padre Santo, 

sono una madre con il cuore pieno di dolore per il plagio terribile attuato su mia figlia da esseri infernali. La fiducia mia e di mio marito verso la nostra figliola era assoluta. È stata una ragazza buona, brava e sensibile che ci amava di un amore tenero. L'abbiamo educata cristianamente con l'esempio, e rispettata nelle sue scelte di vita e di lavoro. È stato tanto tempo fa. Dopo anni di dolore, senza aver potuto riabbracciare la figlia perduta, mio marito è morto, il suo cuore si è spezzato. Io combatto da sola una battaglia senza speranza. 

Santità, la imploro: levi la sua voce contro le congreghe del demonio che perdono i nostri figli con il pretesto di terapie psicologiche e li sottomettono alla loro volontà con droghe e ipnosi; lenisca con le sue parole il calvario di noi genitori, fratelli, consorti. A mia figlia è stato pietrificato il cuore, la sua mente è prigioniera di questi demoni che l'hanno iniziata alla menzogna e all'odio. Io sono oppressa dalle sue minacce, si avvale di avvocati e dell'incitamento dei capi della setta per reclamare denaro e altri beni di famiglia da destinare al suo gruppo infernale. Mi consumo nelle lacrime e prima di raggiungere il mio sposo nella pace di Dio chiedo la grazia della luce per la mente della mia figliola, sprofondata nelle tenebre. Santità, non mi abbandoni, non ci abbandoni. 

Una madre disperata. 
 
 

"SANTITÀ STRAPPI MIA FIGLIA DALLE MANI DI QUELLA SETTA" 

Antonella Stocco 

ROMA - "Santità, levi la sua voce". Viene da molto lontano questa donna anziana e stremata che implora il Pontefice; da una vita "vissuta cristianamente" con il marito e l'unica figlia "seria, brava e sensibile"; buone letture, molti viaggi e molti amici accompagnano questa ragazza romana di trent'anni, che chiameremo Bianca, alle soglie della maturità. Ma altri passi la affiancano nell'ombra, altre voci pronte a disvelarle, come a un'eletta, un altro mondo colmo di dolcezze; un'altra famiglia senza conflitti, un'altra vita affidata con devozione a un uomo-guida. O al demonio, come dice la madre di Bianca. "Mia figlia è scivolata via quasi impercettibilmente; aveva trovato un lavoro in Toscana, poi in Umbria. Cominciò a raccontarci piccole, sciocche bugie. Frequento un ragazzo, vado via con lui per il fine settimana, diceva. Invece la setta, che l'aveva avvicinata attraverso una psicologa, già la corteggiava. Bianca, che era sempre stata disinteressata al denaro, ha cominciato a chiedere, a insistere, si informava sul patrimonio di famiglia, si è perfino travestita per avvicinare uno dei nostri contadini ed avere notizie sui nostri terreni.

A Natale accettava soltanto gioielli senza nemmeno scartare gli altri regali". La madre di Bianca non sa quando esattamente sua figlia è diventata "un'altra persona", quando il sole simbolo della setta cha fa riferimento a riti magici brasiliani l'ha infine accecata.

"Forse quando ci ha costretti a conoscere "il professore", così si fa chiamare il capo della congrega, portando me e suo padre già ammalato in un paesino diroccato del centro Italia. Prima siamo stati blanditi., invitati a comprare una porzione di quei ruderi infestati di topi ad un prezzo esorbitante; a trasferirci in quel luogo malefico. La nostra fredda reazione ha segnato la fine; mia figlia, che per quest'uomo dimostrava un timore reverenziale, si è vergognata di noi, ci ha maltrattati ed è sparita dalla nostra vita in nome del "percorso" non meglio precisato che a suo dire aveva intrapreso. Mio marito, con il cuore già malandato, le ha inviato il suo testamento spirituale, una lettera limpida e tenera di amore e di addio, senza giudizi e senza ricatti. Lei l'ha stracciata. Al telefono ha implorato di poterla abbracciare l'ultima volta e lei ha replicato: vengo soltanto se mi dai subito l'eredità che mi spetta, come dice anche la Bibbia. Lui non poteva far altro che morire". 

La storia di Bianca e di sua madre è costellata di incontri sempre vigilati dal "professore". 

Quest'uomo abominevole è sommerso di denunce per reati contro la persona e possesso di armi e stupefacenti ed è anche rimasto invischiato nella morte misteriosa di una sua adepta. 

Quest'uomo impunito, che si vanta di essere stato un sacerdote per vent'anni, soffiava sul fuoco, mi derideva, regnava e regna sulla volontà di mia figlia ormai stravolta dall'odio, irraggiungibile. 

Il dolore mi ha spinto a contattare altri genitori di ragazzi attratti nella setta. Tutti noi siamo disperati e disarmati, umiliati dall'indifferenza che circonda la sorte dei nostri figli, ridotti a poveri involucri vuoti, scaraventati nella tomba dei vivi". 

La madre di Bianca ha supplicato il vescovo della città dove la setta è più presente di intervenire con tutta la sua autorità; "ma lui si è lavato le mani dell'intera vicenda. Il Parroco del paesino dove si è stabilita la setta mi ha detto di aver avuto due infarti, di non poter più sopportare emozioni e fatiche. Mi sono gettata in lacrime, inutilmente, ai piedi degli esorcisti. I miei fratelli mi dicono di dimenticare mia figlia, come se fosse morta, ma io non lo farò. L'ultima volta che si è presentata a casa era accompagnata da un avvocato, ed ha nuovamente reclamato denaro. Durante l'ultima telefonata mi ha urlato: ti trascinerò in tribunale. L'ultima cosa che mi è rimasta di lei è un vaso di crisantemi gialli". 

Messaggero del 26 febbraio 1997 
 


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LA FIGLIA SCHIAVA DI UNA SETTA ESOTERICA 

Antonella Stocco 

ROMA - [...]. Una storia uguale a tante altre e che finisce direttamente in un piccolo paese dell'Umbria, Pissignano in provincia di Perugia, dove ha eletto uno dei suoi domicili Antonio Meneghetti. È lui il "professore" citato nella lettera al Papa come leader del gruppo e regista del distacco tra i ragazzi e le famiglie. Meneghetti, 60 anni, ex sacerdote, fino a cinque anni fa guidava a Scandrglia, in provincia di Rieti, una sorte di college "per future persone solari e non oggetti culturali". 

Descrivendosi come "scienziato della psiche, verbalizzante cosciente della territorialità dell'Essere, con la continua capacità di disfarsi per apprendere, e quindi accadere come metamorfosi ontica", da vent'anni Meneghetti diffonde dove può la sua ontopsicologia il cui punto di forza è "il campo semantico, ovvero l'energia psichica nel suo primo muoversi, prima ancora che effettui come sogno, pensiero, lapsus, fantasia, cirrosi epatica, coscienza". 

Di pari passo, da vent'anni Meneghetti è tempestato di denunce, per reati contro la famiglia, truffa, armi, furto e professione abusiva. Nell'87 finisce in carcere per stupefacenti e associazione a delinquere. Viene prosciolto e continua la sua opera di diffusione dell'ontopsicologia, fondando anche una casa editrice Nel '91 finisce in un dramma che può travolgerlo: la morte di Marina Furlan, ex fotomodella di Gorizia sua allieva e amante durante una gita in barca nelle acque di Carloforte, in Sardegna. Meneghetti e la Furlan si avventurarono nel mare forza cinque, con un forte maestrale e onde alte due metri. 

La ragazza, che aveva 24 anni e non sapeva nuotare, annegò e il suo cadavere venne ripescato nudo. Nudo, Meneghetti raggiunse la riva raccontando che la barca era stata rovesciata dalle onde, che Marina era al timone; che fu la sua imperizia a provocare la tragedia. L'omicidio volontario venne derubricato in omicidio colposo, la Cassazione, il 18 novembre scorso, ha condannato "il professore" a dieci mesi poi ridotti a un'ammenda. 

Ma la famiglia Furlan, assistita dall'avvocato Livio Bernot che ha chiesto un risarcimento di mezzo miliardo da destinare a una fondazione, non si è mai rassegnata. Parte civile nel processo, ha sempre sostenuto a dir poco l'ambiguità della posizione di Meneghetti, raccontando di aver pagato 800 mila lire al mese per mantenere Marina nel centro di Scandriglia dove faceva la baby sitter ma anche lavori pesanti Parlava di plagio, la famiglia Furlan, come parla di condizionamento mentale la madre di Bianca: mia figlia per Meneghetti si getterebbe nel fuoco e, dopo aver rinnegato la famiglia, reclama senza tregua beni e denaro.

Meneghetti è all'estero, forse in Inghilterra, forse in Brasile, per i suoi congressi di ontopsicologia. Scrive in un editoriale sulla sua rivista: "l'uomo è determinato in una perenne coazione a ripetere. Qualsiasi evoluzione, anziché essere crescita sostanziale, è solo alternanza di simboli di un identico o una fenomenologia che documenta più le variabili di un arresto che il procedere di un cammino per essere di più". 

Messaggero del 27 febbraio 1997