Lettera aperta
ad
Anna Nucciarone

    Cara Signorina Anna Nucciarone ,
( perchè di sicuro non sei mai stata una signora , e perchè di Nucciarone c'è pure Patrizia....), sei ancora viva? Ti ricordi di me? Non credo: non avevi occhi che per il Meneghetti, per il quale eri tutto: segretaria certo, ma soprattutto guardia del corpo, un vero buttafuori, tutti avevano paura di te, io per prima.
    Ne eri anche l'amante, ma in questo non avevi certo l'escusiva. Su di te circolavano voci strane: che eri nata senza vagina e che l'avevi ritrovata grazie al Divino Antonio. Come non è dato sapere. Certo che la
vagina ce l'avevi sempre in testa, soprattutto quella delle altre donne e prima tra tutte quella della Lorenzini, la tua grande rivale.
    Una volta l'accusasti pubblicamente di sbattertela in faccia: "sono due ore che mi sbatte la fica in faccia" furono le tue precise parole, al termine di una cineterapia e ancora me le ricordo per la violenza e l'acrimonia con cui le urlasti. La odi ancora la Lorenzini? Penso di sì, anzi penso che, come allora, hai continuato ad odiare tutti, visto che nella tua vita non c'è mai stato spazio per l'amore, tranne che per il Meneghetti, naturalmente. E anche in questo caso più che di amore è meglio parlare di fanatismo, di acritica adorazione, di cieca e totale venerazione.
    Ogni volta lo hai difeso contro tutto e tutti: in pubblico, sui giornali, nei tribunali. Per il tuo Antonio ti saresti buttata nel fuoco e non avevi neppure timore del ridicolo: con quanta passione ti ho visto succhiargli
il piede per togliergli una spina!
    Se questo avveniva in pubblico, chissà quali dolcezze vi scambiavate in privato... Non mi interessa, non sono più affari miei, anzi non lo sono mai stati. Una cosa invece mi preme dirti: sei una stupida. Non lo dico io, te lo dici da sola....
    Sei una stupida, e te lo dici da sola: "Dalla pupa del gangster alla fedele perpetua del vescovo, dalla bomba sexi del cinema alla missionaria, dalla professionale segretaria del manager all'amante del ricco industriale, nonchè alla moglie fedele del leader politico, sono sempre le donne che si avvinghiano ad un effetto del potere per riuscire a carpirne il segreto, ad individuare il congegno portante, per poterlo
occupare e vivere di riflesso una parte di quella onnipotenza che esse stesse, nell'olocausto della propria personalità, cementano.
    E' in questo tipo di rapporto che la gelosia assume forse i toni più drammatici, gli aspetti più violenti.
    Si vuole tutto, si è disposte a tutto pur di vivere di riflesso l'immagine di quel posto al sole che si fa di tutto per oscurare dentro di noi ". Belle parole, vero? E perfettamente calzanti alla tua persona. Sembra il tuo ritratto: e di fatto lo è. Solo che non l'ho dipinto io,  ma tu stessa.
    Sono tutte parole tue, un vecchio articolo della rivista Ontopsicologia, dove ti butti a terra per non cadere. Ma chi vuoi convicere? Noi, il Meneghetti, la Lorenzini o... te stessa?

    Ciao pupa del gangster, fedele perpetua del vescovo, professionale segretaria.....
    Spero per te che ne sia valsa la pena.

                                                                                    Una felicissima negativa