Certo, anche il giornalismo non poteva sfuggire al linguaggio e alla pratica di Meneghetti e dei suoi seguaci.
Vi è un bellissimo libretto sull'ontogiornalismo, con una critica serrata ai giornalisti, che tante volte si sono permessi di discutere o di parlare dell'Ontopsicologia e dei suoi fondatori. Ne riportiamo qualche stralcio.
«Osservando il mondo giornalistico si possono notare nella tipologia del giornalista alcune costanti. La prima è una generale ignoranza, incultura, che si colora, psicologicamente, come "inferiorità culturale", mai esposta ma che predispone alla compensazione attraverso il potere della penna».
«Due sono
i giudizi sintetici nei quali potrei esprimere il mio punto di vista del
giornalismo:
sciacallaggio
sublimazione
di comarismo.»
«Il giornalista, a parte l'ignoranza già detta, vediamo che è uno che critica soltanto e non fa', non è capace di nessuna azione né sarebbe capace di fare ciò di cui scrive o dice male, e questo toglie ogni valore al suo dire»
«L'indispensabile premessa tecnica per essere un buon giornalista è un'accurata conoscenza della struttura linguistica e di tutta la strategia che essa consente, nel male e nel bene, nel dubbio e nella verità. La seconda, importante, prerogativa, in parte accennata, è di non dipendere, economicamente, dallo scrivere».
«La filosofia del vero giornalista è di essere segno che sta nell'atto, cioè capacità di appellarsi alla vita in sé e mediarla nel segno che consente il massimo di storia»
«Res clamat ad dominum = la cosa richiama il padrone, cioè ogni atto, ogni posizione richiama, sottolinea colui che l'ha posta»
«Il giornalista deve saper cogliere il fatto a tissutalità archetipa L'archetipo è la costante del potenziale, per cui gli archetipi sono le modalità attraverso le quali la vita difende se stessa, o tende a strutturare le circostanze dell'uomo»
tratto da Meneghetti: Critica del giornalismo e ipotesi di rifondazione, del 1988
Certo
traspare una gran rabbia verso coloro che fanno cronaca, perché
troppe volte lo hanno accusato di illeciti e di pseudoscientificità.
Anche
Anna Nucciarone, sua fedele compagna di vita, parla dei giornalisti in
modo sprezzante; il problema è che deliberatamente tralascia un
particolare importante: non poteva andare dal suo presunto direttore a
parlare di Meneghetti accusato ingiustamente, perché anche lei era
in carcere con lui!
«Accennai
con lui (il mio direttore del giornale) vari discorsi, fra cui l'arresto
del caposcuola dell'Ontopsicologia. Mi rispose che aveva sempre saputo
che quell'uomo era innocente e che tutto sarebbe finito in una bolla di
sapone. "E tu che ti batti tanto per la libertà, per salvaguardare
la democrazia, mi chiami cosa di poca importanza mettere in carcere un
gruppo di persone senza aver prima accertato l'esattezza delle calunnie
dette e scritte da uno come te?" "Beh, che ci vuoi fare, oggi la legge
deve seguire il suo corso».
da Ontopsicologia
del luglio 1983