Ma cosa hai messo nel caffè...
c'è qualche cosa di diverso adesso in me.

M'hai detto vieni su da me,
l'inverno è caldo su da me,
non senti il freddo che fa
in questa nostra città.
Perchè non vieni su da me,
saremo soli io e te,
ti posso offrire un caffè,
in fondo che male c'è.

Ma cosa hai messo nel caffé
che ho bevuto su da te
c'è qualche cosa di diverso adesso in me.
Se c'è veleno morirò, ma sarà dolce accanto a te
perché l'amore che non c'era adesso c'è.

Non so neppure che giorno è
ma tutti i giorni sarò da te,
è un'abitudine ormai
che non so perdere, sai....

canzone di Antoine

I poveri ontopsicologi non sanno più dove riparare per cercare sempre nuove strade di adescamento e poi di espansione. Così, dopo la creazione della meravigliosa Ontoflos (i cui strafalcioni "psicologici" affermati dal suo creatore bene evidenziavano la sua sedicente preparazione accademica), ora viene creata anche l'ontopasticceria, ad opera di una famosa adepta della setta e di suo figlio.
Riportiamo gran parte della stessa pagina pubblicitaria della nuova attività commerciale, naturalmente citandone la fonte web, e soprattutto permettendoci ancora una volta di lasciare le nostre precisazioni sulla stessa.
Buona lettura.

Un connubio tra dolci arte e psicologia

L'amore per i dolci l'ho sempre avuto, fin da piccola quando pasticciavo di nascosto dalla mamma. Per me, la soddisfazione di crearli dal nulla si è mantenuta nel tempo nel corso del mio mestiere di madre e della professione di psicologa. Infatti, la mia specializzazione prima non era nel settore dolciario, ma in psicologia clinica ed imprenditoriale. 
 

Urca che salto di qualità!!! Per favore notate la giacca di Viviana, tipica degli ontopsicologi e con lo stemma dell'ontopsicologia e ancor di più il papillon di Andrea disegnato su misura da Meneghetti. Non si smentiscono proprio mai!

Realizzare questo sogno, che mi faceva mettere in pratica il mio antico amore per i dolci unito alla psicologia imprenditoriale, non è stato facile.
 

Signora Viviana, guardi che non serve fare la cosiddetta (e inesistente) "psicologia imprenditoriale" per aprire un laboratorio di pasticceria, basta molto meno e soprattutto bisogna non essere affatto realizzati nella professione di psicologi.
 

Le critiche da parte di amici e parenti sono state molte e le difficoltà di quando ci si incammina per una strada nuova non sono mancate. Per fortuna non ero da sola: mio figlio Andrea era con me e, nel settembre 1992, aprimmo la pasticceria "I dolci di Vivienne" a Latina. Sebbene Andrea avesse iniziato a frequentare la facoltà di ingegneria si lasciò contagiare dall'esuberanza di questo mio dolce progetto, perché anche lui era un appassionato di "veri" dolci; un po' come autodidatta e un po’ seguendo corsi specialistici, è riuscito in breve tempo ad occuparsi totalmente della produzione ed a far uscire dalle sue mani quei prodotti che erano il sogno del progetto iniziale.
Infatti Andrea è dotato di uno spirito artistico semplice e ordinato che, applicato negli elaborati, raggiunge un senso della proporzione ed un cromatismo, dove ogni singola parte è bilanciata, al posto giusto.
 

L'ultima espressione è la classica rappresentazione di frasi senza capo ne coda tipiche di Meneghetti e dei suoi adepti: frasi ad effetto senza logica.
 

Per queste sue qualità, la Scuola Internazionale di Ontoarte, di cui ha frequentato i corsi, gli ha riconosciuto il "diploma di Ontoarte per la pasticceria".
 

Ma che bello!!! L'ontopasticcioarte!!!!! Non ha specificato però che requisti e riconoscimenti avrebbe questa meravigliosa "Scuola Internazionale di Ontoarte" che rilascia diplomi scientifici a pasticcieri-psicologi o a fiorai-psicologi o ad altri.
Insomma, a parte le belle parole, chi riconosce la superiorità di questa scuola, oltre a voi stretti dipendenti di essa?
 

Questa scuola si occupa di tutte le arti, il suo esclusivo campo di azione e di interesse è l'insegnamento della "tecnica interiore", attraverso la quale autenticare ed esaltare qualsiasi stile o espressione artistica. Il suo insegnamento è basato su "criteri di soggettività", cioè non si insegnano tecniche didattiche, ma si educa la persona con potenzialità artistica a trasferire in qualsiasi ipotesi creativa la migliore proporzione estetica, il cromatismo esistenziale, secondo la sua individuazione e quell'ordine interiore che già abbiamo per natura.
 

Perché non ci fa un esempio di cosa "studiate" e su quali testi?
La "tecnica interiore" per un pasticciere è quella di assaggiare per primo tutte le proprie creazioni, in modo da "interiorizzare" il più possibile la propria espressione artistica ed eventualmente "...autenticare l'In sè ontico per porre le basi dell'oggettivazione critica del vissuto contemporaneo.... ecc... ecc...."?
Sì, va be'..!!!!
A proprosito come si strutturano le vostre creazioni pasticciere con la nuova teoria memetica?
E poi, dica la verità, quanto viene a costare per esempio una torta con sopra i graffiti protostorici di Meneghetti come quella raffigurata nella foto riportata?
Poiché siamo certi che anche lei, signora Viviana e signor Andrea, siete attenti lettori del nostro sito, vi proponiamo di darci risposta diretta a questi interrogativi, e noi saremo lieti di riportare la vostra risposta a seguito di questa pagina.
 

Perché ci sia questo effetto occorrono però un insieme ordinato di elementi quali: l'ambiente adatto, la serenità mentale, il contatto con se stessi e, ovviamente, il supporto di una buona tecnica, in modo che l'intuizione di quell'istante possa essere messa in pratica. Tenendo conto di questi presupposti, nel momento di iniziare il lavoro, se faccio per un attimo assenza mentale e mi concentro sulla zona viscerale, le mani vanno da sole su determinati oggetti e colori. Lasciando libera l'intuizione, prendo il nastro di quel colore e non un altro; prendo quella carta o quel fiore, e non sarebbe possibile diversamente, perché intuizione e armonia vanno di pari passo.
Questo accade perché perdiamo quel filo che ci guida da dentro e ci offre il momento dell'intuizione. Finito il lavoro, cioè il confezionamento di una scatola, di un panettone, di una colomba o di un uovo di Pasqua, provo una soddisfazione che ha corrispondenza con qualcosa di mio e mi fa sentire bene, perché il momento creativo è un momento di crescita.
 

Certo è che se vuole vendere mica può stare a fare tutto ciò per ogni biscottino che inforna!
 

Infatti ognuno di noi "fa" se stesso ogni volta che attua il suo potenziale nel fatto compiuto. In quell'azione eseguita con piacere interiore, si realizza semplicemente se stessi ed il proprio potenziale aumenta.
 

Un'altra ontonata che dice tutto e non significa nulla.
 

Aver messo insieme dolci e psicologia può sembrare apparentemente un fatto insolito, ma psicologia e arte vanno sempre insieme.
 

Questo è un parere strettamente suo, signora Viviana: non credo che la maggior parte degli psicologi seri le possano dare assenso a queste parole.

Viviana Torrice
Pasticceria "I dolci di Vivienne" Latina
www.dolci.it/editoriali/articoli_pubblicati.htm
 

Eventualmente, se si viene nel suo negozio, bisogna anche sorbirsi tutta la teoria ontoica? O basta comprare, pagare e uscire?
Buon lavoro.

Joseph Inca