Egregio, stimatissimo Professore.
Mi pregio di dedicarLe
umilmente e con servile deferenza la presente relazione per evidenziare
l'esistenza di un fatto che potrebbe pregiudicare la Sua immagine in quanto
sedicente scienziato.
Chi è l'estensore di queste righe? Il fedele, sincero, autentico
specchio segreto del Suo volto nascosto.
Durante i diuturni studi della Sua onnicomprensiva scienza, mi sovviene
che Ella ebbe a suo tempo modo di scrivere, dall'alto del suo sapere, quali
fossero i principi che determinano, certificano, sostengono e attualizzano
la figura dello scienziato in quanto persona, in quanto uomo completo,
totale, permanentemente inseico nella sostanza oggettiva della propria
soggettività critica quale trasparente intuizione nell'esserci della
propria individua esistenza.
Mi permetto in questa istanza di utilizzare, io infimo emulatore, il Suo
stile quale dialettica discorsiva propria della Sua incontaminata e incommensurabile
sapienza.
Non a caso io scrivo e se lo faccio la mia anima è scevra di qualsiasi
malanimo nei Suoi confronti essendo, Io, permanentemente preso dai Suoi
insegnamenti che indirizzano univocamente verso il Sapere privo di qualsiasi
emozione o interferenza monitoriale e complessuale.
La continua e costante epoché.
Stante questa dovuta premessa, ad onore e gloria della Sua persona, ora
vorrei, se non Le dispiace applicare per un certo verso i cinque criteri
della soggettività illuminatamente descritti nel suo manuale di
Ontopsicologia.
Tenga presente che questo articolo è indirizzato solo ed esclusivamente
a Lei non essendo gli altri che dei satelliti gravitanti intorno alla sua
massa. Con ciò, conformandomi totalmente al Suo pensiero, significo
la totale assenza del suo circondario prossimo, inesistente, blandamente
diafano, scorrevole come il nastro di una telescrivente, esattamente come
più volte Lei ha detto, confermato e sostenuto in molteplici occasioni:
"La mia ontopsicologia non si trova tra coloro che mi sono prossimi, specie il gruppo italiano".
Sempre confidando nella Sua infinita pazienza mi permetterò tuttavia di rivolgermi anche ad amici, giammai perduti, che temporaneamente ancora prestano la loro opera in suo favore.
Lei dice:
"L'uomo
di scienza per oggettivare con esattezza deve uscire dal mondo dell'oggettività
ed essere permanente soggettività, perché solo in questo
modo acquisisce il potere di agire e di condizionare le cose che lo riguardano".
Ed è vero come
condiziona lei non condiziona nessuno. Verissimo.
... "I criteri esterni di questa esattezza sono cinque ...(testo di riferimento: Manuale di Ontopsicologia)
1)
Funzionalità.
"La
circolarità della funzione (corrispondenza delle diverse parti in
funzione unica) stabilisce che il soggetto è sano... Quando c'è
un guasto nel motore, una parte non funziona..."
E se non funziona, dico Io, se ho ben studiato le sue cose Professore,
ecco che entra in ballo anche la violazione dei criteri 2, 3, 4 e 5. Ma
andiamo per ordine.
Se non funziona qualcosa va perduto: tempo, denaro, materiale, energia,
spazio, piacere, gioia, potere, autorevolezza, salute... soppiantati dal
vuoto della loro assenza.
Blocco della funzione e conseguente crisi organica, sociale, economica
.
Funzione bloccata = sintomo.
Ho studiato bene professore?
2)
Corrispondenza con l'iso della natura.
Qui fa una serie di dichiarative senza però specificare cosa s'intende
per natura. Elencazioni attributive ma non descrizioni sostanziali magari
esposte altrove .
Mi permetto di azzardare. La natura è il principio che pone la specie
sempre identica a sé stessa nell'ilemorfismo collettivo e nella
diversità dell'accadimento individuale.
Si lo so che Lei si rivolge anche a chi non può arrivare a cotanto
sapere. Le chiedo scusa.
3)
Univocità tra le percezioni del soggetto.
Ossia le percezioni sensoriali danno sempre la medesima informazione, sia
che si tratti di vista, tatto, udito, ecc.
Aggiungo io: e così pure la percezione integrale, soggettiva, univoca
e infallibile del campo semantico quale riflessione presensoriale, anticipatrice
del reale in attualità.
Zac! E' così! Nessun dubbio.
E allora come la mettiamo con i poveri malcapitati accusati di essere il
terribile Joseph Inca, osservati attraverso una lente distorta proiettante
personalità multiple, oggetto di una indagine assolutamente schizofrenica,
che finora non ha dato nessun risultato.
Che sia sbagliato il metodo di ricerca?
Ci Ponzi un po’ egregio Professore. Una volta Joseph è Tizio, un'altra
Caio, un'altra Sempronio...un'altra Fileno... Ma via Professore perché
andare a rompere le scatole a chi non ne vuole sapere più nulla
di Lei? Diventa per gli altri ossessivo proprio come la sua ossessione
e quella dei suoi fedeli.
Ma non si accorge, egregio Professore, che sta giocando con la vita degli
altri? Con vite che non Le appartengono e su cui non ha titolo né
diritto di interferire.
E invece lo fa e pure usa in maniera perversa il setting psicoterapico.
Ma Lei è iscritto all'Ordine degli psicologi? E' inserito nell'albo
speciale degli psicoterapeuti?
Se "no" lasci perdere. Se "sì" lasci perdere lo stesso e si cancelli.
Ma non si accorge che sta adottando il metodo d'indagine allopatico che
tra l'altro non funziona (violazione criterio n.1). Perché allora
non usare il suo?... Quello infallibile!
La "Visione Ontica" tanto pubblicizzata, ad ogni piè sospinto, dalla
sua ex consorte:
4)
Controllo sull'oggettivo.
Egregio Professore,
lei scrive:
"Per
la conoscenza che ha quest'uomo appena si trova di fronte ad una novità
problematica... Cambia la realtà a suo vantaggio. Non la subisce,
la controlla e l'agevola a sua immagine e somiglianza".
Sembrerebbe un autoritratto! Ma è vero? Tu che ne pensi caro Fabrizio?
E tu Enzo?
"Qui casca l'asino", potrebbe dire qualcuno. Lo vuoi dire tu, Josè?
Lo vuoi dire tu, Marina?
Ma che controllo e controllo. Il problema c'è e si vede, si sente
si percepisce, tutti gli onti se ne accorgono ma nessuno di loro lo dice.
Il problema c'è ma non si risolve e, guarda caso, si ritorce proprio
contro chi l'ha creato (l'effetto boomerang). Chi l'ha creato? Ma chi se
non Lei eminentissimo PROFESSORE. Ma si rende conto che se lei non esistesse
non ci sarebbero neppure gli ormai vari Joseph Inca. Ma lo sa questo? Lo
capisce questo?
Certo che lo capisce, egregio Professore. Ahi voglia se lo capisce!. Ma
come lei ha più volte spiegato: una volta che il sasso è
stato lanciato non è possibile fermarlo; prosegue fino alla fine
della traiettoria. Il controllo sull'oggettivo lo si fa quando si ha in
mano il sasso. Il sasso va dove punta l'intenzionalità psichica
dell'emittente.
Lei il sasso l'ha lanciato verticale e gli è ripiombato sulla testa.
La cura che lei ha adottato per rimuovere il problema è proprio
quella che lei disconosce nella trattazione del triplice manifestarsi della
sua psicosomatica.
La sua, come ho detto, è una cura allopatica a base di querele,
diffide, avvocati, denunce, intimidazioni, minacce, calunnie, manipolazioni,
e chi più ne ha più ne metta. E lei a mettere è un
vero maestro. E a forza di leva e metti ecco il risultato: il sintomo.
5)
Sparizione del sintomo.
E non sparisce!
Eccolo lì puntuale, quotidiano, diuturno, onnipresente, continuo,
ossessivo, luttuoso, mortifero: Il suo Carneade.
Il suo sintomo. La sua psicosomatica sociale che lo colpisce in quanto
disvela alle genti le mistificazioni dei suoi titoli e delle sue attività
mendicanti riconoscimenti ufficiali di là da venire. La sua psicosomatica
di perdita economica, per ogni articolo come questo, che rispecchia l'insulso
desiderio di volere laddove questo non è possibile.
E se il sintomo non sparisce, come in effetti non sparirà, ecco
che Lei come scienziato è finito. Finito e non infinito poiché
infinito è il suo sintomo che altro non è che una patente
sinonimia:
Joseph Inca = Antonio
Meneghetti.
Io sono ora il suo sintomo globale. Io sono la sintesi dell'eziologia plurifattoriale
dei suoi sintomi partitivi.
Eccone alcuni:
a) Sintomo Anna Nucciarone = Antonio Meneghetti. Il suo sciabordìo esistenziale e la manifestazione della Sua parte volgare rimossa traslocata in un corpo altrui.
b) Sintomo Loretta
Lorenzini = Perdita economica e scientifica. E' il sintomo per eccellenza
impersonato nella sua Lilith coniugale.
Perdita di credibilità
scientifica: ma se lo ricorda chi comprò, presso la fantomatica
università di Santo Angelo, la laurea honoris causa per la scoperta
dei campi semantici? E si ricorda chi organizzò nella saletta di
Montecitorio la cerimonia di consegna, presente, non a caso, l'allora sindaco
di Terni?
Era l'inizio di una
femminea vendetta che ancora prosegue dall'attigua "Villa Splendida" passata
nelle mani della sua ex.
c) Sintomo vulva-pene
onnipresente nelle sue iconografie. Attrattore sessuale, network simbolica
delle sue connessioni affettive prossimali. Ossessione permanente. Diade
madre figlio. Rifiuto materno di quando Lei, professore, aveva sei anni:
"ah! Si ttu!?" le disse mamma e poi seguitò a parlare con la comare
del paese. Da solo aveva attraversato l'Italia, lei. Sei anni aveva.
Rifiutato dalla Grande
Madre Ecclesia. Rifiutato domani, adesso e pria. Sempre alla ricerca del
quinto, misterioso elemento.
Eh quante cose so
professore! Chi lo avrebbe immaginato!
Ma lei la sua chiesa
l'ha ricostruita come Ontopsicologia, a sua immagine e somiglianza e tutti
i suoi fedeli ormai sono arciconvinti che "Extra onto (ecclesia) nulla
salus". Hic Eden est. Manebimus optime, Lucifero Duce.
d) Sintomo "ontoarte" derivato dal precedente. Simbologia criptica, inaccessibile alla razionalità del 99,99% degli osservatori. Attrattore incoscio delle altrui complessualità inglobate, in primis, dal suo circondario di persone di secondo piano (parole sue).
e) Sintomo "esibizione". Senza commenti.
f) Sintomo "malattia". Quanti morti. Quanti malati intorno a lei: paresi, ossessioni, tumori, vaginiti, depressioni, obesità, patologie vertebrali, artropatie, adenopatie, angiopatie conclamate, AIDS, dermatiti, ... sintomi che non spariscono; sintomi che proliferano accanto a lei.
g) Sintomo "reazione
violenta" del sistema politico, giuridico, religioso, informativo, economico...
Ma che fine ha fatto la sua "doppia morale"? Qualcosa non funziona.
Riecco la violazione
del quarto principio "controllo sull'oggettivo": l'effetto boomerang.
Se per caso dovesse, lei egregio professore, rispondere a quesiti inerenti
questo testo, lei, egregio professore, molto probabilmente sosterrebbe
l'implicita tesi del "monitor di deflessione capace di assimilare, mimare,
simulare ed esporre i principi dell'ontopsicologia secondo la dialettica
monitoriale".
E lo dimostri una volta quello che sostiene!
Ohe! Qui c'è un sintomo che lei da oltre due anni combatte ma che
non riesce a far sparire! Come la spiega questa?
Egregi signori tutti, quelli diplomati in Ontopsicologia.
Allora egregi Signore e Signori, è o non è un sintomo questo?
Dottor Persico è un sintomo questo?
Dottoressa Nucciarone
è o non è un sintomo? Riesce ad eliminarlo col suo solito
"vaffanculo"? No che non ci riesce. Sta lì!
Dottoressa Marinello è un sintomo questo? Certo che lo è!
Per farlo sparire occorrerebbe la cosiddetta mètanoia esistenziale.
O no?
Oh sì!
E adesso come facciamo? Lo vogliamo eliminare questo sintomo?
Avete visto il film "Terapia e pallottole" con Robert de Niro? (Sa che
le somiglia un po’ Professore, lei però è più bello!).
Organizziamo una buona Psicotea... Poi facciamo parlare uno di voi che
impersona il sintomo. La parola al sintomo:
Sembrerebbe non esserci
cura.
Ma domani forse...
No!